[Riccio] Ecco cosa fare quando “incontri” un riccio

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yuwatase
CAT_IMG Posted on 15/5/2012, 14:03     +1   -1




Il riccio europeo è un animale selvatico, tutelato e protetto da diverse leggi, per cui non è possibile detenerlo nè trasformarlo in un animale da compagnia!

È molto importante, però, nei casi di necessità, prelevarlo per affidarlo alle cure di un CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) –> vedi mappa cras italiani.
Con un paio di guanti si raccoglie delicatamente l’animale, lo si mette in una grossa scatola dai bordi alti con accanto una borsa di acqua calda, per garantirgli una normotermia. Tappezzate lo scatolone con vecchi giornali.
Lo si lascia tranquillo al buio, senza somministrare alcun tipo di alimento o farmaco, se non dopo avere contattato un veterinario o un centro specializzato.
QUANDO È NECESSARIO SOCCORRERE UN RICCIO?
Vanno soccorsi tutti i ricci che in settembre/ottobre (e oltre) non hanno raggiunto il peso minimo sufficiente per superare il letargo: g 600/700.
Questo è un dato molto importante poichè, se mancano le adeguate riserve di grasso sottocutaneo da bruciare durante l’inverno, il riccio muore nel sonno o continua a vagare alla disperata ricerca di cibo che non potrà trovare e morirà di stenti.
Va raccolto ogni riccio:
ferito
colpito da zecche (principale causa di morte per anemia grave) e pulci
malato (si sospetta che il riccio sia in questo stato quando si corica su un fianco, barcolla, trascina le zampe posteriori, fatica a deambulare..)
orfano che vaga in cerca della madre
che vaga di giorno (il riccio è notturno, di giorno dorme anche 18 ore in situazione di normalità)
animali che si trovano in zone di imminente pericolo (pozzi, pozzetti, tombini, strade molto trafficate, piscine, reti metalliche, reti per orti, trappole per topi, cantieri di lavoro, …)
Se il soccorso viene effettuato nel periodo che va da fine aprile a fine settembre bisogna porre particolare attenzione, perchè potrebbe trattarsi di una mamma che sta allattando.
Controllare che nelle vicinanze non ci sia una cucciolata nascosta tra i cespugli in attesa di mamma riccia.
Nel caso, raccogliere con un paio di guanti i piccoli sistemarli in una scatola con una borsa di acqua calda e portarli il più presto possibile in un centro cura ricci.
ATTENZIONE: non mettere i cuccioli nella stessa scatola della loro mamma, che, spaventata, potrebbe non riconoscerli più e ucciderli.
Anche quando il riccio si trova in una delle situazioni di imminente pericolo, citate sopra, lo spostamento dalla zona di pericolo sarà limitata al minimo necessario, per evitare il rischio di allontanare troppo una mamma dalla propria cucciolata: l’animale non andrà nè prelevato nè consegnato a centri di recupero!
I ricci soccorsi non devono mai essere alimentati, poichè spesso ci possono essere spaccature del palato o traumi della mandibola e un intervento “fai da te”, somministrando cibo, potrebbe aggravare una situazione già precaria.

Quando si tratta di orfani del peso inferiore ai g 150 è necessario precisare che il recupero deve essere tempestivo. Per evitare che l’animale si raffreddi bisogna ricordare di metterlo in una scatola con una borsa di acqua calda, va idratato e nutrito per evitare l’ipoglicemia.
Il cucciolo viene alimentato ogni 3 ore, con un latte speciale: ESBILAC ® (Chifa); in emergenza si può utilizzare una tisana al finocchio o latte di capra, in attesa di avere ESBILAC.
Il latte viene somministrato tiepido, con una siringhina da tubercolina (1ml), senza ago.
Dopo ogni poppata, viene effettuato un massaggio in zona anale, per stimolare l’evacuazione; a questo fine, si può usare olio di mandorle o di oliva, per evitare irritazioni.
NON DARE MAI AI RICCI:
• Latte vaccino, latte per bambini, latte per gattini
• Derivati del latte
• Mandorle (per la presenza di acido cianidrico, tossico per i ricci)
• Nocciole (molti ricci sono giunti al centro in condizioni di emergenza per nocciole incuneate in trachea)
COSA SI PUÒ FARE:
Se si vuole aiutare un riccio durante l’estate è importante utilizzare un antiparassitario per pulci e zecche (es advantage in fiale per gattini, alla dose di mezza fiala ogni g 500): evitare l’anemia da zecche per un riccio significa avere la possibilità di vivere più a lungo e meglio!
Inoltre:
Lasciare sempre in giardino un angolino ricco di rametti e foglie, che gli servono per costruire il nido, dove poter riposare al sicuro durante il giorno o per le mamme riccio per poter partorire; orti e giardini rigorosamente puliti ed in ordine, sono poco funzionali per i ricci.
Non utilizzare mai, in orti e giardini, lumachicidi o diserbanti, che indeboliscono il loro sistema immunitario, o muoiono immediatamente, tra atroci sofferenze, nutrendosi di lumache intossicate. Esistono prodotti, innocui per il riccio, di importazione tedesca; insistere con il proprio fornitore, perchè si procuri questi preparati!
In estate, ogni sera, mettere sempre acqua fresca in una ciotola bassa, fuori dalla porta o nell’orto (i ricci muoiono di sete e si avvicinano alle case in cerca di cibo, ma soprattutto di acqua: le campagne, per il tipo di coltura oggi adottato, sono sempre meno idonee alla vita del riccio, che diventa suburbano).
Posizionare crocchette o “umido” per gatti, in una casetta mangiatoia, con un’apertura di cm 10×10, (o un cesto di vimini rivoltato, …) per avere la sicurezza che sia il riccio ad alimentarsi e non gatti e/o cani.
Da ultimo, ma di massima importanza e non ci stancheremo di ripeterlo: NON limitarsi mai al fai da te, ma, dopo il primo contatto con l’animale, affidarsi ad un veterinario o ad altri centri di recupero animali selvatici provinciali, informandosi da Vigili Provinciali e Corpo Forestale dello Stato!
PRONTO SOCCORSO RICCIO: COSA FARE QUANDO SI TROVA UN RICCIO
Controllare sempre:
peso dell’animale, fondamentale per qualsiasi tipo di approccio (neonato, cucciolo, adolescente, adulto, …),
colore degli aculei,
presenza di ferite; per quanto possibile: colore delle stesse (rosse sanguinanti, marroni-verdastre, con secrezioni più o meno colorate, …), presenza di uova, larve, vermi, corpi estranei visibili, …
presenza di parassiti evidenziabili (zecche, somiglianti a piccoli semi di anguria e di vario colore, dal grigio al marrone, pulci, simili alle zecche ma più piccole, acari, ancora più piccoli, con concrezioni biancastre, a fiocco di neve),
vitalità del riccio (si chiude, non si chiude, è afflosciato, non si muove ma rimane aperto, barcolla, …
ambiente dove è stato ritrovato (campagna, strada, giardino-orto, durante il giorno o meno, solo o con altri esemplari grandi-piccoli,…).
Di questi parametri quello fondamentale, che non va omesso, é il peso!
In attesa, effettuare sempre il primo soccorso:
mettere il riccio in un scatola alta, all’interno di una stanza,
non lasciarlo in giardino o peggio al sole,
se neonato (e fino a g 100 circa) mettergli una borsa d’acqua calda accanto o in mancanza una bottiglia di acqua calda (rischio di iportermia anche in estate!)
non lasciare in natura, anche nel dubbio, esemplari piccoli, che vagano di giorno o sera,
se si evidenzia la presenza di zecche mettere qualche goccia di olio di oliva sulla cute e rimuoverle successivamente, con una pinzetta; eventualmente mettere sul dorso una goccia di Frontline per gattini (anche in presenza di pulci o acari),
se si rilevano uova di mosca (puntini grigio-biancastri) o larve (vermiformi), lavare con una soluzione di Betadine (1 parte) e acqua (2 parti).
Cosa mangia un cucciolo appena soccorso?
Se il peso é inferiore a g 130 circa, somministrare solo Esbilac ® (non sempre facilmente reperibile: farmacie, negozi per animali tipo Pet Discount oppure tramite corriere direttamente dai distributori di prodotti Chifa): non esistono sostituti del latte simili a questo.
Non utilizzare altri tipi di latte (in particolare non latte vaccino, neppure diluito, non surrogati di latte per altri animali o latte per bambini).
In attesa di Esbilac, in emergenza, si può usare, per un tempo breve (max un paio di giorni) latte di capra (recuperabile in quasi tutti i supermercati), che però non fa crescere l’animale, ma almeno, non provoca, di norma, intolleranze.
Esbilac va somministrato secondo lo schema presente sul sito di SOS Ricci (vai) o sul libro “Il riccio – ci sono anch’io” (vai).
Il riccio con occhi ancora chiusi necessita, dopo ogni pasto, di un delicato massaggio perianale, con la punta di un dito inumidita da olio di oliva o di mandorle, per stimolare l’evacuazione fecale ed urinaria.
Agli animali con peso superiore a g 120 va aggiunto, alla dieta, A.D. ® (di Hill’s), ogni 3 ore, con piccole porzioni di frutta a pezzettini.
L’acqua fresca non deve mai mancare, per uno spiccato rischio di disidratazione.
Contattare sempre il proprio veterinario, in particolare quando l’animale presenti ferite o appaia disidratato (aspetto di sacchetto sgonfio) o malato (poco vitale, non si chiude, barcolla, lo si incontra durante il giorno, …).
Riabilitazione?
Il riccio può essere riabilitato alla vita selvatica verso i g 700: il reinserimento in natura comporta un notevole calo ponderale (l’animale passa da una condizione di totale assistenza alimentare ad una, in cui l’approvvigionamento di cibo è solo parziale e l’esemplare deve cominciare a procacciarsi il cibo in autonomia e seppure in un’area protetta, dovrà cavarsela con le proprie forze).
Va sverminato intorno ai g 500, con prodotti per gattini (es. Milbemax giallo ®: 1\4 di compressa, da ripetere dopo 20 giorni), inoltre, va trattato con un antiparassitario, cosparso sul dorso (usare prodotti per gattini!).
Va lasciato in luoghi con punti fissi di acqua, con una casetta-rifugio (che sarà libero o no di utilizzare), in cui posizionare per alcuni giorni del cibo per gattini, vicino a cespugli con fiori che attirino gli insetti (loro cibo prioritario).
Giova ripetere che il riccio europeo è un animale selvatico e che pertanto non può essere detenuto, come animale da compagnia, con mezzi coercitivi (recinti, box, …), ma nulla vieta di offrire acqua, cibo, rifugio, in punti strategici, che l’animale sceglierà, secondo il proprio istinto, di utilizzare o meno.
Attenzione!
Non toccare i nidi di ricci con prole! >>> La mamma quasi sempre abbandona immediatamente la cucciolata, se viene disturbata. O peggio si può assistere ad episodi di cannibalismo, se i riccetti vengono toccati con le mani.
Se si devono spostare cataste di legna o effettuare lavori in giardini, orti, stalle e fienili, accertarsi, per quanto possibile, se vi siano tane di riccio con cuccioli; in caso positivo é meglio rimandare i lavori successivamente allo svezzamento e anzi portare nei pressi del nido acqua e cibo (i piccoli muoiono spesso per disidratazione oltre che per fame, data la carenza di insetti).


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