I Lupi di Malaga

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~ Cris ~
CAT_IMG Posted on 20/9/2011, 10:00     +1   -1




I Lupi di Malaga

2008


Nel cuore rurale dell' Andalusia, i lupi possono vivere una vita virtualmente libera e selvaggia, grazie ad un ex addestratore di cani tedesco, e alla sua passione per la consevazione della natura. Questo è il suo racconto.



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Daniel Weigend abbandona il suo ormai consumato cappello da cowboy e, alzando la testa “ulula”. Tre lupi canadesi dietro di lui, puntano il muso in alto, e ululano al falco che vola sopra di loro. “Non tutti sanno che lo Yorkshire terrier discnde dal lupo – dice Daniel – come non tutti sanno che i lupi hannoscelgono un compagno per la vita, o che usano espressioni del viso per mostrare le loro emozioni ai membri del branco, o che posseggono il più evoluto sitema sociale del mondo animale”. Daniel posside 40.000 ettari di terreno nel cuore dell 'Andalusia (a poco più di un'ra da Malaga) in cui, oltre ad una scuola di ippica e ad un piccolo zoo, ha ricreato tane e habitat popolati da quattro diverse specie di lupo: Grigio, Europeo, Bianco e della Tundra. Un luogo incredibile, circondato dal massiccio di El Torcal, in cui l'uomo può avvicinarsi a questo affascinante, ma indomato animale. Raggiungere Lobo Park davvero un'impresa : le strade sono ripide e scoscese, le colline circostanti non hanno mutato il loro solitario ed enigmatico profilo, che già nel 18° secolo fungeva da rifugio a briganti e banditi di ogni risma. Vicino al vilaggio di Antequera, e lonatno dalle chiassose spiagge affollate, questa regione nel sud della Spagna è il luogo in cui gli animali regnano supremi : cinghiali selvatici, tassi e rapaci dall'apertura alare di circa tre metri saranno gli unici a darvi il benvenuto. L'impatto maggiore, comunque, lo danno i lupi. Per realizzare il suo sogno, e far vivere questi animali il più verosimilmente possibile, Daniel ha incontrato non pochi ostacoli. Fino a pochi anni fa infatti i fattori locali, stanchi di vedere le loro stalle razziate, assoldavano i cosiddetti “loberos”, cacciatori di lupi, che si appostavano ai margini dei boschi con fucili e trappole per eliminare il temuto predatore. Era un lavoro che veniva pagato profumatamente, quindi i volontari non mancavano mai, e furono in grado di svolgere bene il loro lavoro se, agli inizi degli anni '70 erano riusciti lasciare solo 400 esemplari, cacciandone migliaia – oggi per fortuna un progetto di conservazione è riuscita a riportare la popolazione locale a circa 2500 esemplari.


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Daniel si trasferì qui nel 2001, lasciando il suo lavoro di addestratore di cani per l'esercito tedesco. Ciò che lo spinse ad una simile decisione, avendo come base la sola conoscenza del mondo, delle abitudini e attitudini canine fu “La voglia – dice – di lavorare e confrontarsi con animali che l'uomo non può dominare”. Il terreno di Daniel è recintato, ma i lupi sono liberi di vagare in quest'ampia zona a loro piacimento : le uscite a cavallo che organizza per imparare a comunicare con questi maestosi animali sono molto popolari, e non sono pochi i visitatori che hanno raccontato di come, in presenza di un lupo, abbiano letteralmente sentito rizzarsi i capelli sulla nuca. Spesso durante queste uscite si possono vedere interi branchi scendere al lago del parco, sempre guidati, come ricorda Daniel “Da una coppia capobranco che ha il compito di mantenere una severa disciplina all'interno del gruppo, facendo sempre in modo che ogni esemplare conosca il suo posto nella gerarchia sociale”. Spesso quando lo vedono avvicinarsi i lupi vanno incontro a Daniel salutandolo come parte del branco : “Non è per niente sicuro, anzi, questi animali non sono addomesticati - dice Daniel – mi riconoscono come membro del branco “extra”, ma non sono certo un leader. Sono i lupi stessi a decidere la loro gerarchia sociale e chi li deve guidare. Non sopportano alcun tipo di debolezza e le lotte che nascono nel branco sono dovute a questo. Mesi fa – racconta – c'è stata una grande lotta : un lupo, giuducato debole dal branco è stato attaccato da tutti, e a perso la vita. Avrei potuto salvarlo togliendolo dal branco, ma questo ne avrebbe compromesso l'equilibrio, la stabilità e l'ordine, creando ulteriori attriti all'inetrno della gerarchia”.

In questo secolo così incurante dei danni che l'uomo provoca all'ambiente e alla natura, trovare un luogo in cui gli animali vivono in libertà e non sono al servizio dell'uomo regala un po' di serenità.



Fonte: tierra.it



..io sogno i lupi in totale libertà come sarebbe giusto e normale... ma finche l'uomo resterà il crudele predatore sarà impossibile vedere animali come questi liberi di vivere, riprodursi ed abitare i boschi senza rischiare l'estinzione della specie che già moltissime volte è stata ed è messa a dura prova... quindi se qst è il massimo (spero solo x h!!) che si può auspicare x la loro tutela, appoggio i santuari spaziosi che almeno li preservano dai pericoli che consistono nei fucili e trappole degli uomini (e da zoo!), dove però possono vivere vite quasi come in libertà... ma fin tanto che esisterà quel quasi, credo nn si possa pensare di essere una società evoluta...





Edited by ~ Cris ~ - 20/9/2011, 11:44
 
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~ Cris ~
CAT_IMG Posted on 28/11/2014, 17:49     +1   -1




:wub:
 
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