Latte:questo (s)conosciuto.Molte verità non dette! X chi beve ancora latte.. COSA MANGIAMO?, da sapere!

« Older   Newer »
  Share  
~ Cris ~
icon13  CAT_IMG Posted on 5/4/2011, 20:07     +1   -1




Per chi beve ancora latte....


COSA MANGIAMO???


Latte: questo (s)conosciuto. Molte le verità non dette.

Le mucche inserite nel ciclo industriale del latte, come certamente saprai, non vengono munte dal contadino ma vengono collegate alle mungitrici meccaniche automatiche, in maniera intensiva per ottenerne il massimo sfruttamento possibile. Questo causa l'insorgenza della mastite e l'infiammazione purulenta da staffilococchi della mammella che viene "curata" con antibiotici.
Dato che le mucche continuano ad essere sottoposte a mungitura meccanica la mastite diventa cronica.

Il pus passa nel latte assieme alle altre sostanze (antibiotici, ormoni, medicinali vari) e quindi le autorità sanitare hanno stabilito quanto pus può essere ammesso nel latte.

In un cm3 di latte di mucca commerciale è permesso dalle autorità sanitarie che vi siano fino a 750.000 "cellule somatiche" il cui nome comune è pus e 20.000 batteri vivi prima possa venire ritirato dal mercato.
Il tutto ammonta a 20 milioni di batteri vivi e fluttuanti e fino a 750 milioni di cellule di pus per litro.
(Questi limiti sono indicati nella Direttiva Europea 92/46/CEE recepita dal DPR 14.01.1997 N. 54)


La Comunità Europea e il Canada danno il permesso per un latte meno "gustoso" con 400 milioni di cellule di pus per litro. Di solito questi valori sono più bassi, ma potrebbero raggiungere questi livelli ed essere permesso che quel latte arrivi sulla tua tavola.

Il latte di mucca ha un contenuto di calcio tre volte superiore a quello umano.
Per venire assimilato, i livelli di magnesio dovrebbero essere in proporzione uguali a quelli del calcio e non lo sono. Inoltre ci sono numerose malattie collegate con il consumo di latte come la leucemia, diabete, e malattia di Crohns.

(Aggiungo che è provato scientificamente e qui in Tribe ci sono anche altri articoli che ne parlano, che per sue proprietà unite al nostro sistema fisiologico, il latte non è una fonte di calcio perchè si annulla quasi completamente nel meccanismo di assorbimento vedi appunto gli articoli che trattano scientificamente e spiegano in dettaglio il tutto, da fonti mediche attendibili - trattate anche in varie trasmissioni tv sebbene nn pubblicizzate troppo e immaginate il perchè... - e basta inseriate sul Vs. motore di ricerca le parole chiave: mucche latte e pus, le verità nascoste.. etc e di info ne troverete a profusione, oltre a tantissimi video e interviste su youtube e quelle che per abitudine e passaparola negli anni è sempre stato detto in merito a latte e latticini che difendono anche dall'osteoporosi, sono pure invenzioni che i medici specializzati hanno più volte confutato e che appunto ne ho riportato gli scritti e che anche di seguito ne troverete approfondimenti, oltre ad altro materiale importante su cui riflettere - n.d.A).




Analisi sui vari aspetti in tema latte:


Il latte animale non è un cibo adatto agli umani


Dicono che il latte "fa bene alle ossa". Ma chi lo dice dovrebbe informarsi meglio...


Il latte è un usuraio della peggior specie, quegli usurai che vi fanno un prestito ma poi, se non gli ridate tutto con gli interessi impossibili, vi mandano picchiatori a spaccarvi le ossa.

Il latte contiene calcio, utile alle ossa, e per questo viene consigliato, ampiamente consigliato, per l'osteoporosi. Ma contiene anche proteine animali, acide, che, per essere smaltite, consumano calcio.

Come un usuraio, il latte presta un po' di calcio, ma, alla fine, ne consuma più di quello che dà. Le proteine del latte, sommate a quelle provenienti da carne e pesce, costringono l'organismo a sottrarre calcio all'osso per poter provvedere al loro smaltimento.

Infatti, la salute dell'osso dipende molto più da quei fattori che impediscono le perdite di calcio dall'organismo che dalla semplice quantità di calcio assunta. Quasi tutto il calcio dell'organismo è contenuto nello scheletro, che è la banca del calcio. Il calcio viene perso continuamente attraverso le urine, le feci e il sudore, e queste perdite vengono reintegrate attingendo ai depositi di calcio nell'osso, che cede quindi calcio in continuazione. Il calcio immagazzinato nell'osso viene poi reintegrato con quello alimentare.

Esiste dunque quello che viene chiamato "bilancio del calcio": bisogna che il calcio assunto con la dieta sia maggiore di quello perso, altrimenti il bilancio è negativo, e si va incontro all'osteoporosi.

In generale, nelle popolazioni che consumano molto latte l'incidenza di osteoporosi è maggiore, mentre è rara nei paesi dove non si beve latte. É noto che tra gli esquimesi, che assumono oltre 2.000 mg di calcio al giorno, l'osteoporosi dilaga.

Vari studi, tra i quali l'Harvard Nurses' Health Study, che ha seguito clinicamente oltre 75.000 donne per dodici anni, mostrano che l'aumentato consumo di latticini è associato con un rischio di fratture più elevato.

Il latte, dunque, è si' l'alimento ideale, ma solo per il lattante, e solo il latte umano! Di seguito sono elencati alcuni problemi correlati al consumo di latte in adulti e bambini.




* Carenza di ferro: il latte ha un bassissimo contenuto di ferro (0.2 mg/100 mg di latte), e per riuscire a raggiungere la dose di ferro raccomandata di 15 mg al giorno, un bambino dovrebbe bere 7.5 litri di latte. In aggiunta, il latte è responsabile di perdite di sangue dal tratto intestinale, che contribuiscono a ridurre i depositi di ferro dell'organismo.


* Diabete Mellito: su 142 bambini diabetici presi in esame in uno studio, il 100% presentava nel sangue livelli elevati di un anticorpo contro una proteina del latte vaccino. Si ritiene che questi anticorpi siano gli stessi che distruggono anche le cellule pancreatiche produttrici di insulina.


* Calcio: la verdura a foglia verde, come la cicoria, la rucola, il radicchio e la bieta, è una fonte di calcio altrettanto valida, se non addirittura migliore, del latte.


* Contenuto di grassi: ad eccezione del latte scremato, il latte e i prodotti di sua derivazione sono ricchi di grassi saturi e colesterolo, che favoriscono l'insorgenza di arteriosclerosi.


* Contaminanti: il latte viene frequentemente contaminato con antibiotici, ormoni della crescita, oltre che con gli erbicidi e i pesticidi veicolati dal foraggio. Inoltre i trattamenti di sterilizzazione permettono in realtà la sopravvivenza nel latte di germi, e la Direttiva Europea 92/46/CE stabilisce un limite non superiore ai 100 mila germi per mL. La stessa Direttiva ammette anche un contenuto non superiore a 400 mila per mL di "cellule somatiche", il cui nome comune è "pus".


* Lattosio: molti soggetti di asiatici o africani sono incapaci di digerire lo zucchero del latte, il lattosio, con conseguenti coliche addominali, gas e diarrea. Il lattosio, poi, se viene digerito, libera il galattosio, un monosaccaride che è stato messo in relazione con il tumore dell'ovaio.


* Allergie: il latte è uno dei maggiori responsabili di allergie alimentari: durante la sua digestione, vengono rilasciati oltre 100 antigeni (sostanze che innescano le allergie). Spesso i sintomi sono subdoli e non vengono attribuiti direttamente al consumo di latte, ma molte persone affette da asma, rinite allergica, artrite reumatoide, migliorano smettendo di assumere latticini.


* Coliche del lattante: le proteine del latte causano coliche addominali, un problema che affligge un lattante su cinque, perché se la madre assume latticini, le proteine del latte vaccino passano nel latte materno. In 1/3 dei lattanti al seno affetti da coliche, i sintomi sono scomparsi dopo che la madre ha smesso di assumere questi cibi.




(tratto da "Impariamo a mangiare sano con i cibi vegetali", SSNV©2005)














Intolleranze alimentari


Le intolleranze alimentari sono dovute alla mancanza di enzimi indispensabili per la digestione di un certo cibo.
Una delle intolleranze più comuni è quella al lattosio, il principale zucchero contenuto nel latte.
Le persone che non riescono a bere latte, non riescono a digerirlo, poichè non possiedono un enzima chiamato "lattasi", (NdR: specie quando un bambino viene vaccinato si altera la flora batterica intestinale ed il sistema enzimatico, aggravando il pericolo di allergie anche alimentari) che scinde il lattosio in zuccheri semplici ed assorbibili nel tratto intestinale. Ed i sintomi sono quelli legati alla mancanza di digeribilità: diarrea, crampi intestinali e produzione di gas di fermentazione.

A causa di malattie, o del passare degli anni, o di un corredo genetico particolare, la quantità di lattasi può essere insufficiente o mancare del tutto.
Negli Stati Uniti fino al 22% degli adulti è affetto da carenza di lattasi mentre i Nord-Europei hanno la prevalenza più bassa (circa il 5%). Nell’ Europa centrale la prevalenza è circa il 30% e nell’Europa del sud sfiora il 70%, come negli Ispanici e negli Ebrei.
Non vi sono invece differenze significative di incidenza fra i due sessi. L’ espressione e l’attività della lattasi iniziano a diminuire nella maggior parte delle persone intorno ai 2 anni di vita con una riduzione progressiva geneticamente programmata, ma i sintomi di intolleranza al lattosio raramente si sviluppano prima dei 6 anni.



Tratto in parte da: 100salute.it







Continuo a citare da varie fonti web:



Ecco quello che nessuno mai vi dice : La LUNGA STORIA della SOFISTICAZIONE del LATTE


Quale alimento nell'immaginario collettivo sia meglio del latte come fonte di salute ?
Il latte materno è il primo alimento della nostra vita donatoci dal seno della madre, sinonimo di salute e benessere. Su queste convinzioni si basa un commercio colossale fondato sul raggiro del latte vaccino.

Produrre più latte a tutti i costi: questo è l'obiettivo che si impone al lattaio per avere più guadagno possibile.
E allora negli anni '50 del XX secolo, furono sintetizzati gli estrogeni sintetici, per indurre le vacche a produrre più latte: gli estrogeni sintetici non potevano essere metabolizzati, dunque si accumulavano nell'organismo producendo effetti devastanti come il cancro al seno nelle donne e l'ipertrofia mammaria negli uomini. Negli anni '80 gli estrogeni sintetici furono sostituiti dagli estrogeni naturali prodotti da batteri ricombinati: gli estrogeni naturali hanno effetti meno appariscenti dei sintetici, ma egualmente devastanti, innanzitutto provocano sempre il cancro al seno nelle donne, negli uomini invece, dato che possono essere metabolizzati, si convertono in testosterone che induce il cancro ai testicoli, il cancro alla prostata e calvizie precoce.

Per produrre più latte si pensò poi di ricorrere all'ormone della crescita che induce le vacche a fare più latte.
Agli inizi l'ormone della crescita veniva estratto dal cervello di animali morti, questa pratica fece comparire alla fine degli anni '90 la malattia della 'mucca pazza'.
In seguito si utilizzò la somatotropina bovina prodotta da batteri ricombinati, che induceva nell'animale un incremento del suo ormone della crescita.
La presenza dell'ormone della crescita nei prodotti lattiero caseari non è senza conseguenze sulla salute: stimolando la crescita dei tessuti stimola anche la crescita di un tessuto canceroso, in poche parole l'ormone della crescita è uno stimolatore di ogni tipo di cancro. Inoltre la somministrazione dell'ormone della crescita alle vacche fa produrre un latte con un maggior contenuto dl fattore IGF1 che a sua volta stimola nell'organismo umano vari tipi di cancro, come il cancro al polmone il cancro al colon e il cancro alla prostata, oltre ad indurre il diabete.

LATTE= facile CANCRO, ed altro ancora…. - Sono troppi gli interessi in gioco: tanti soldi guadagnati sulla nostra salute !

CANCRO OVARICO e INFERTILITA' FEMMINILE - Nel latte è presente uno zucchero disaccaride detto lattosio, che viene scisso producendo il monosaccaride galattosio. Il galattosio è un monosaccaride tossico per l'organismo umano e deve essere adeguatamente processato attraverso enzimi che diventano scarsi nell'adulto. Il galattosio presente nel latte non può essere metabolizzato nell'età aduta: il galattosio è tossico per gli ovociti e provoca diminuzione della fertilità nelle donne, inoltre il galattosio non metabolizzato produce un aumento di frequenza del cancro alle ovaie.

CANCRO alla MAMMELLA e CANCRO alla PROSTATA - La mammella e la prostata sono due ghiandole molto soggette a sviluppare il cancro, ma a difenderle vi è la vitamina D, che però è ridotta fortemente da un'alimentazione ricca in prodotti caseari che apportano troppo calcio. Il rapporto calcio/vit.D troppo alto determina un aumento del rischio di sviluppare tumori al seno e alla prostata.

CANCRO al TESTICOLO e DISTURBI della SESSUALITA' MASCHILE - Gli estrogeni presenti in tracce nel latte vaccino, determinano un aumento del rischio di sviluppare il cancro al testicolo: ogni 200 ml di latte o equivalenti di latticini, assunti ogni giorno durante l'infanzia, determina un aumento del 30% del rischio di contrarre il cancro ai testicoli in età adulta.
Lo stimolo degli estrogeni presenti nel latte vaccino, produce disturbi legati all'erezione, impotenza, l'eiaculazione precoce e la diminuzione del numero degli spermatozoi attivi.


DIABETE INSULINO DIPENDENTE - L'albumina contenuta nel latte vaccino,essendo diversa da quella umana, fa produrre al sistema immunitario anticorpi che attaccano le cellule beta del pancreas. Quando le cellule beta vengono distrutte per reazione autoimmune al 80-90%, questo provoca un aumento dei casi di diabete insulino dipendente, tra quei bambini ai quali è stato somministrato latte vaccino prima del compimento del primo anno di vita.

AUTISMO - La proteina del latte vaccino detta caseina, si scinde nello stomaco producendo la caseomorfina, una sostanza oppioide che agisce sul cervello. Durante l'infanzia, la caseomorfina prodotta dall'ingestione di latte vaccino, in quanto è una forma modificata rispetto alla caseomorfina prodotta dal latte umano, è sospetta di aiutare l'innesco dell'autismo, un disturbo dello sviluppo del cervello infantile.
Nell'adulto l'effetto sul cervello delle caseomorfine da latte vaccino, possono scatenare in soggetti predisposti la schizofrenia.







LATTE alla PARA-TUBERCOLOSI !! - Lo SANNO TUTTI, MA NON lo DICE NESSUNO !

- Per ulteriori informazioni sul latte vai a: www.facebook.com/l/01bf8;www.notmilk.com/
Per saperne di Robert Cohen's Milk libro The Deadly Poison: www.facebook.com/l/01bf8;Amazon.com
Direct Link:http://www.notmilk.com/ ...


Chi e' l'Autore Robert Cohen; e' una ricerca effettuata nel 1970 sugli effetti ormonali sul cervello e sul comportamento. Venticinque anni dopo, questo padre di tre figli si preoccupo' per l'approvazione dei farmaci più controversi della storia della FDA, l'ormone geneticamente modificato che è ora nella nostra produzione di latte.
Lungo il percorso, Cohen scoprì che il latte è implicato nel causare cancro al seno, osteoporosi, malattie cardiache e malattie infantili croniche. Cohen doti di ricercatore, e la sua passione per la sicurezza della sua famiglia, ha portato il suo contributo per esporre la verità sul latte. Sulla base delle sue ricerche esaustive e completate nel corso degli ultimi sei anni, Cohen ha predetto la mucca pazza e l'insorgenza della malattia. La sua ostinata determinazione ha fissato l'industria americana lattiero-caseario nel suo traguardo di ricerca.
Per rassicurare che tutti i cittadini del mondo, e far conoscere la verità, Cohen e' fondatore ed è direttore esecutivo dell' America's Dairy Education Board, un gruppo di medici di primo piano a livello nazionale dedicato a dissipare il mito che il latte è il cibo perfetto della natura.
Questo è uno speciale sul latte. Quello che il governo non vuole che tu sappia di latte. Non bere latte, sappiamo che contiene grassi e colesterolo, ma lo sapevate che contiene la proteina caseina (che è praticamente una colla che porta ad un sacco di muco costruire e altri problemi di salute come l'asma e la congestione), il latte contiene anche .. ormoni della crescita, potenti virus, una serie di sostanze chimiche letali e biologici agenti batterici, proteine bovine che causano allergie, insetticidi, antibiotici, tutto questo può innescare la crescita del cancro e contribuisce al problema di oggi di bambini obesi (mai notato perché giovani seni di ragazze tendono a sviluppare più velocemente ?).
Il latte vaccino è l'alimento numero 1 allergico in questo paese.
E 'stato ben documentato come causa di diarrea, crampi, gonfiore, gas, emorragie gastrointestinali, anemia da carenza di ferro, eruzioni cutanee, l'aterosclerosi, e l'acne. E 'la causa principale di otiti ricorrenti nei bambini.
E 'anche stata associata al diabete insulino dipendente, l'artrite reumatoide, la sterilità, e la leucemia. lo zucchero del latte e raffinato fare due dei più grandi contributi al cibo indotta salute nel nostro paese.

Latte il veleno mortale GUARDA !
www.youtube.com/watch?v=tYpafipJyDE&feature=related
vedi anche: Cure naturali del dott. Valnet







Negli USA, la Monsanto commercializza da anni un ormone chiamato RBGH, serve per aumentare a dismisura la produzione di latte delle vacche.
La produzione esasperata, con conseguente mungitura intensiva, provoca spesso mastiti le quali, oltre che essere terribilmente dolorose per l'animale, finiscono con il far colare pus nel latte munto e devono essere curate con antibiotici che certamente passano nel latte e che è dubbio vengano distrutti dal processo di pastorizzazione.
L'RBGH non viene utilizzato in Europa e anche il Canada ne ha vietato l'impiego, mentre negli USA, per quel che ne so, viene ancora usato. Ciò non significa che in Europa non si usino altre sostanze per aumentare la produzione di latte e, imprevedibili conseguenze degli OGM a parte, tutto il resto vale anche qui in Italia.
La prima cosa da sapere è che dell'ormone "rBGH" non ce n'è bisogno, gli allevatori non ne hanno bisogno, le mucche non ne hanno bisogno, e la salute umana non ne ha bisogno.
Il problema più grave dell'industria lattiera di oggi è la sovraproduzione. E i governi devono sobbarcarsi i costi per mantenere il prezzo del latte remunerativo...
E cosa succede alle mucche? Un aumento delle mastiti, cisti ovariche, disordini uterini, lesioni agli arti.
L'introduzione di questa sostanza, denominata Posilac - della Monsanto, ha comportato un aumento delle terapie in antibiotici e antimicrobici per tentare di curare le malattie indotte nell'animale. Peccato però che i residui degli antibiotici si trovino in grandi dosi nel latte e i suoi derivati.
Quindi a chi interessa la diffusione di questa pratica ? Ai produttori di farmaci usati in questo campo: le quattro multinazionali che hanno investito più di cinquecento milioni di dollari nel relativo sviluppo e promozione.
In più un particolare: negli esseri umani è stato trovato lo stesso ormone che si trova nei bovini, IGF-1, provocato dal BGH, il quale è causa di cancro al seno, ipertensione, diabete, gynecomastia (sviluppo dei seni negli uomini).
Inoltre l'uso diffuso dell'ormone rBGH aumenta la quantità di proteina animale e poichè il 14 % del sottoprodotto dei bovini è destinato alla produzione di farine per l'alimentazione animale, è molto probabile che contribuisca ad aumentare il rischio della diffusione dell'encefalopatia spungiforme (mucca pazza), con gravissimi rischi per la sanità pubblica.
Cornell Students for the Ethical Treatment of Animals
http://arrs.envirolink.org/AnimaLife/index.html







Mamme, attenzione alla colazione dei vostri bambini: importantissima fin dai primi mesi di vita, ma non con il latte vaccino


Questo il messaggio principale emerso dalla relazione del Prof. Agostoni alle Giornate Nazionali di Nutrizione Pratica-NutriMi del 2009.

Nella sessione riguardante la nutrizione in età pediatrica sono stati infatti affrontati temi di grande interesse per le mamme, riguardanti l’educazione alimentare dei bambini con una dieta nei primi due anni di vita che preveda un’alimentazione specifica a loro dedicata, per prevenire il rischio di sovrappeso, obesità e malattie cardiovascolari. In primis, il Prof Agostoni, sconsiglia l’utilizzo di latte vaccino almeno per il primo anno di vita.
La Prof.ssa Scaglioni ha ribadito l’importanza di abituare i piccoli ad una colazione sana e completa dal punto di vista dei nutrienti, affinché imparino ad adottare stili alimentari equilibrati.

Ricordiamo che le alterazioni degli enzimi, della flora, del pH digestivo e della mucosa intestinale influenzano la salute, non soltanto a livello intestinale, ma anche a distanza in qualsiasi parte dell'organismo.






Il LATTE, un ALIMENTO da EVITARE (specie quello pastorizzato)

La gloriosa reputazione del latte di vacca come bevanda fortificante e rimineralizzante, grazie al calcio in esso contenuto sta per cadere dal suo antico piedistallo.
Diverse ricerche hanno portato medici e ricercatori a considerarlo nocivo per l’uomo e responsabile di numerose patologie – fra cui demineralizzazione, decalcificazione, problemi digestivi, intestinali, ormonali – oltre che di formazioni cistiche e tumorali. Così come gli alcolici, il tabacco, lo zucchero bianco e i grassi cotti, il latte di vacca è un prodotto nocivo.
Noi consumiamo tutti i prodotti lattieri e ne abusiamo, senza guardare oltre l’immediata soddisfazione dei nostri bisogni.
Poiché non è semplice liberarsi dalle abitudini alimentari, per noi è difficile cambiare dieta. Abbiamo perduto l’istinto profondo, garante del nostro equilibrio e del nostro interesse vitale.
In questo modo, ci siamo abituati progressivamente a un’alimentazione carente e non specifica per le nostre esigenze.

Conoscendo perfettamente la composizione del latte materno umano e quello della vacca (NdR: anche il pH e' diverso: quello della mucca e' molto piu' acido di quello materno che e' circa pH 7 - neutro o leggermente basico), si mettono bene in rilievo le maggiori differenze esistenti tra queste due bevande, la prima assolutamente adatta al lattante umano, la seconda al vitello, ma non a un bambino.
Queste le numerose ragioni che dovrebbero quindi portarci a eliminare dalla nostra alimentazione il latte di vacca e i suoi derivati: burro, formaggio, panna, yogurt e gelati.
By Dottor Jean Seignalet, gastroenterologo e immunologo presso la facoltà di Medicina all’Università di Montpellier (Francia)





Ecco alcune testimonianze:


Signora G. N. (Tolosa): " Dovevo sottopormi alle analisi del sangue ormonali per verificare alcuni valori (sterilità), e sono rimasta sorpresa nell’apprendere dal laboratorio che dovevo astenermi dai prodotti lattieri un giorno prima dell’esame. Di fronte al mio stupore, mi hanno risposto che questi ultimi alterano il sistema ormonale ! "

Signora G. L. (Parigi): " Dietro raccomandazione di mia madre (naturopata), ho sospeso l’assunzione di prodotti lattieri. Avevo delle cisti alle mammelle, che sono scomparse. Poi ho ripreso a consumare latticini per golosità, e ho visto ricomparire le cisti. Mi sono quindi convinta della loro origine."

Signora A. L. W. (Gers) " Ero affaticata da un fibroma emorragico, da artrosi, colite, colesterolo e angine croniche. I medici mi proponevano pillola, antibiotici e medicine. Una prima rettifica alimentare ha migliorato le mie condizioni, ma l’elemento determinante è stato la soppressione totale dei i prodotti lattieri. Sei mesi dopo è rientrato tutto nella norma. Oggi ho 54 anni, ho cicli regolari e la mia vitalità mi consente di scalare le montagne.
Sono 15 anni che non assumo farmaci di sintesi. Che cosa ne penserebbe la Previdenza sociale ? "



Certo, sarebbe semplicistico incriminare tutti i prodotti lattieri dei vari tipi di patologie. Vi sono altre cause o ragioni oltre ai latticini, ma essi, a mio parere, restano responsabili di un gran numero di patologie, e se li si elimina dalla dieta, una buona metà dei disturbi può scomparire spontaneamente, a patto, beninteso, che non si commettano altri errori.
Un individuo con una grande energia vitale potrebbe consumare latte senza per questo ammalarsi, ma a poco a poco egli noterà una diminuzione del proprio potenziale più rapida di quanto non avverrebbe se non avesse assunto i latticini. In compenso, con un consumo maggiore di quanto necessario sarà esposto a diverse patologie.
Per un individuo dotato di una debole energia vitale (soggetto ad allergie), anche una modesta quantità di latte basterebbe a scatenare una crisi o una malattia.
Potete ben constatare che ogni individuo è diverso dagli altri, reagisce a suo modo, segue la propria ereditarietà e l’insieme delle proprie esperienze. Per tale ragione, è saggio non generalizzare mai in materia di nutrizione: quest’ultima deve corrispondere a un individuo specifico, in funzione della sua natura, dell’ambiente, dell’età, del lavoro e, aggiungerei, della sua coscienza.

Nonostante tutto ciò che abbiamo affermato a proposito dei danni alla salute provocati dai prodotti lattieri, questi ultimi in determinate circostanze possono costituire tuttavia una risorsa temporanea, anche se non ideale. Per esempio, chi non ha sentito parlare di qualche neonato salvato da un latte sostitutivo (vacca o capra) per l’intolleranza a quello materno o per l’assenza di quest’ultimo ?
Il latte di capra, più leggero e meno grasso, è meglio tollerato dai bambini rispetto a quello di vacca. L’ideale sarebbe somministrare loro latte d’orzo o di mandorla, i cui valori nutritivi si adattano perfettamente all’essere umano. Il latte di riso è di grande beneficio in caso di diarrea.
Sebbene lo yogurt (inseminato con batteri lattici) sia più digeribile e assimilabile del latte e abbia un’azione efficace sulla flora intestinale, rimane comunque un alimento acido. E una quantità eccessiva di acido lattico nell’organismo è dannosa. Bisognerebbe ridurne il consumo, e addirittura evitarlo in caso di spasmofilia. Lo yogurt alla soia naturale può sostituirlo, anche se in piccole quantità, poiché non bisogna dimenticare che questa pianta contiene purine.
La migliore fonte di acido lattico si trova nei crauti, nelle carote e nelle barbabietole lattofermentate, sempre in piccole quantità.



Gli alimenti sostitutivi


La soia (biologica)

La soia è un alimento ricco di ferro, povero di grassi, privo di colesterolo e contiene proteine, in particolare otto amminoacidi.
Certi organismi non la tollerano. In tal caso, provate ad allungarla con un po’ d’acqua sorgiva, oppure evitatela. In ogni modo, siate prudenti nel consumo (contiene purine) e nella scelta della qualità di origine biologica, e non transgenica.


Il filtrato o «latte» di soia

Il filtrato di soia sostituisce molto bene il latte di vacca in tutte le preparazioni culinarie (crema, besciamella, minestre, sformati, crêpe, torte). Si trova in cartoni nei negozi di prodotti dietetici e nei grandi supermercati; ne esistono diverse marche. Scegliete filtrati senza zucchero aggiunto.
Potete anche fabbricarvelo da soli a casa, tritando nel frullatore, con aggiunta di acqua sorgiva, semi di soia gialla in precedenza lasciati in ammollo e accuratamente decorticati.
È spesso ben accetto dai bambini a guisa della sacrosanta tazza di latte mattutina. Essi l’apprezzano molto con l’aggiunta di polvere di carruba, che nei primi tempi può mascherare il sapore per loro insolito. Il filtrato di soia garantisce una crescita armoniosa e, pur senza eguagliarlo, può sostituire in alcuni casi e per brevi periodi, il latte materno.

(Molto meglio il latte di Avena e Riso !)

Le creme dessert

Alcune preparazioni pronte di crema dessert in diversi gusti sono deliziose. Esse sostituiscono benissimo quelle al latte di vacca: sono molto digeribili e hanno sapori gradevoli (vaniglia, cioccolato, nocciola, carruba, caramello). Queste creme, senza zucchero aggiunto, sono le preferite dai neonati.

Il tofu

Il tofu, ottenuto cagliando il latte di soia con il nigari (cloruro di magnesio e altri derivati del sale marino), non possiede il sapore intenso dei formaggi di vacca; con un po’ di tamari (salsa di soia), aromi e verdurine diventa delizioso. Si trova sotto forma di crocchette, polpettine, bistecche e pâté vegetale, e fa parte di tutte le basi culinarie dei vegetariani.

Gli yogurt
Si possono preparare a casa propria, con fermento bulgaro. Gli yogurt di soia sono meno acidi di quelli del latte vaccino, ma in ogni caso limitatene il consumo. Si trovano anche alla frutta; evitate quelli contenenti frutti troppo acidi (agrumi).

Il latte vegetale e oleoso

Il latte vegetale e quello oleoso sono una buon alternativa al latte di vacca. Molto meno allergizzanti di quest’ultimo, sono più digeribili e più ricchi di minerali, glucidi e lipidi di buona qualità.
– Tra i vegetali, troviamo l’orzo, il riso, l’avena, il grano, il farro, il mais, la soia nelle leguminose.
Consigli d’uso: far bollire i semi in acqua sorgiva, schiacciarli o frullarli e poi filtrare.
– Tra gli oleaginosi, abbiamo le mandorle, le nocciole, i girasoli, le noci di anacardio, le noci di cocco e i semi di sesamo.
Consigli d’uso: mettere a bagno i semi e lasciare riposare per 24 ore in acqua sorgiva, schiacciarli o frullarli e poi filtrare.


Il latte di sesamo

Lasciare a bagno in acqua sorgiva per tutta la notte 7 cucchiai da minestra di semi di sesamo crudi. Lavare i semi, scolarli e frullarli con 2 tazze d’acqua sorgiva. Aggiungere 5 datteri senza noccioli oppure sciroppo d’acero. Frullare.
Sono possibili anche altre miscele:
– 2 cucchiai da minestra di sesamo + 3 di soia cotta
– 2 cucchiai da minestra di sesamo + 3 di noci di cocco
– 2 cucchiai da minestra di sesamo + 3 di girasole
– 2 cucchiai da minestra di sesamo + 3 di anacardio
– 2 cucchiai da minestra di sesamo + 3 di mandorle senza polpa.

Il sesamo è molto ricco di calcio. La miscela di grano e mandorle è fattibile e anche benefica, perché le loro qualità sono complementari.


Il latte di mandorla

Il latte di mandorla è il più simile a quello materno. Sbucciate le mandorle dopo averle lasciate 24 ore in acqua sorgiva o qualche minuto in acqua tiepida. Asciugatele e poi frantumatele grossolanamente.
Frullate le mandorle con acqua sorgiva.
Se avete fretta, potete ottenere il latte di mandorla o di sesamo mescolando 3 cucchiai da minestra di passato di mandorle bianche o di tahin bianco con 300 grammi d’acqua.

Questi tipi di latte vegetale vanno mantenuti al fresco e non si conservano più di un giorno, tranne i filtrati di soia o di riso acquistati in cartone.
Il latte vegetale biologico è gradevole da bere e presenta diversi vantaggi:
– sono più leggeri e digeribili, caratteristica che li rende meno allergizzanti;
– sono ricchi di minerali e vitamine, e privi di prodotti chimici. Non contengono alcun germe o microrganismo. I loro grassi sono ricchi di acidi grassi insaturi.

Dinanzi all’eterna domanda delle persone alle quali propongo di ridurre o addirittura di eliminare i prodotti lattieri dalla loro dieta: «Ma allora dove troverò il calcio?» rispondo che il consumatore di latte e formaggio ha bisogno di un apporto di calcio ben maggiore in quanto, per l’appunto, i latticini demineralizzano.

Si trova del «buon calcio» assimilabile nelle alghe, nei frutti, nei prodotti oleaginosi, nei cereali, nella verdura fresca etc, ovviamente di buona qualità!


Per i bambini, esistono in commercio tipi di latte privi di lattosio, biologici al cento per cento. Essi sono perfettamente adatti al loro transito intestinale.


Fonte: Anne Laroche de Rosa: iridologa, nutrizionista del CEHMN (Collège Européen d’Hygiène et de Médecine Naturelles) ed è autrice di numerosi articoli e libri sul vivere sano. Ex allevatrice di capre riconvertita, conosce a fondo la questione dei vari tipi di latte.
Questi testi sono stati tratti dal suo libro: “IL LATTE, un ALIMENTO da EVITARE”





Nestlé fa marcia indietro.......

18-10-2005


Il latte non è un alimento indispensabile ! La Vegan Society costringe la multinazionale a dichiararlo pubblicamente
La Vegan Society ha obbligato Nestlé a ritrattare pubblicamente alcune affermazioni che la compagnia aveva fatto relativamente al ruolo del calcio all’interno di una dieta salutare.
L'autorità che controlla gli standard pubblicitari ha riconosciuto che la pubblicità Nestlé era ingannevole perché sosteneva che i latticini fossero "essenziali per le ossa sane".
Nestlé ha detto di aver rimosso la parte relativa alla sua bevanda yogurt Sveltesse sul website AOL dopo che l'ASA ha sostenuto un reclamo giunto dalla Vegan Society.
“L'utilizzo della parola 'essenziale' implicava che i latticini fossero l'unica fonte di calcio," dice l'ASA nel suo comunicato.
"Dato che ciò non era corretto, abbiamo concluso che la pubblicità era probabilmente fuorviante."
Il reclamo presentato dalla Vegan Society sosteneva che il dire che i latticini fossero essenziali per il calcio era come "affliggere e fuorviare" coloro che non ne consumavano per motivi etici.
"Questo è un esempio reale di trionfo di Davide sulla forza di Golia," ha detto il presidente della Vegan Society, Alex Bourke.
"Nestlé ha usato una pubblicità ingannevole per promuovere un prodotto quando non c’è assolutamente nessuna prova che i latticini siano essenziali e siamo felici che il consiglio dell'ASA sia d’accordo con noi."
La pubblicità era indirizzata alle donne e titolava "acquista padronanza del tuo metabolismo parte 3: mangia bene, sentiti alla grande ". Un paragrafo era intitolato "latticini" e dichiarava "essenziale per le ossa sane..."
Nestlé ha detto che i latticini sono comunemente considerati come una fonte primaria di calcio.
"Abbiamo utilizzato il termine 'essenziale' per evidenziare l’importanza dei latticini nel contribuire alla capacità di assorbimento del calcio ed al mantenimento di ossa sane," ha detto una portavoce Nestlé.
"Nestlé riconosce che ci sono altre fonti di calcio e non abbiamo inteso suggerire che i latticini fossero l'unica fonte di calcio.
"Un numero sempre crescente di persone sta adottando uno stile di vita vegano – comprese le celebrità come Bryan Adams, Steve Jobs, Moby, Benjamin Zephaniah e molti altri – preoccupati per la loro salute e per quella dei popoli dei paesi in via di sviluppo, della condizione pietosa degli animali e della distruzione dell'ambiente che tutti dividiamo."
La Vegan Society dice che gli ortaggi a foglia verde, il tofu, i semi, le noci ed il latte di soia fortificato sono fonti perfettamente adeguate di calcio. (Stephen Brook, corrispondente per la pubblicità)



Fonte: MediaGuardian.co.uk





Più si beve latte vaccino e si mangiano formaggi, più si rischiano fratture alle ossa:


Ecco un'altro luogo comune, questa volta inculcatoci dalle multinazionali del latte, smentito dai fatti.
In realtà il latte vaccino è deleterio alle ossa.
Come l'idea della chemioterapia, venduta dalle case farmaceutiche come "benefica" nella cura del cancro, quante altre bugie dovranno essere eliminate dai fatti, prima che la nostra mente possa pensare liberamente, senza i condizionamenti delle varie lobbies economiche ?

Hanno fatto scalpore negli USA le dichiarazioni, di recente rilasciate al settimanale Newsweek dal capo della Nutrizione della Scuola di Salute Pubblica dell'Università di Harvard.
Dice Walter Willet: "I paesi con più alte assunzioni di calcio hanno le percentuali più alte di fratture, non le più basse"....I grandi amanti di latte e formaggi: norvegesi, svedesi e americani, hanno un'incidenza di fratture tra la popolazione di molte volte superiore a quella che si registra in Cina, dove non si beve latte".

Così, Italia e Singapore, Francia e Giappone, hanno le stesse percentuali di incidenza di fratture, pur non essendoci latticini nelle tavole degli asiatici. Vuol dire che la salute delle ossa non dipende esclusivamente dalla quantità di calcio che assumiamo, ma da altri fattori: nutrizionali, comportamentali e altri, legati agli ormoni e all'immunità.

Qual è il meccanismo con cui si realizza la perdita di calcio ?
Una dieta ricca di proteine animali (nella carne e nei formaggi) è fortemente acidificante e costringe i reni a produrre un sovrappiù di sostanze tampone. In questo lavoro vengono sottratti calcio e altri minerali dalle ossa.
Da qui il paradosso. Un eccesso di calcio introdotto con una dieta ricca di formaggi può avere come effetto finale un eccesso di perdita di calcio dalle ossa.
Ma il sistema per tentare di risolvere il paradosso c'è: aumentare la quantità di alimenti basici, in grado di tamponare l'acidità... cioè aumentando il consumo di Frutta e Verdure, CRUDE, ricche di sostanze basiche.


Fonte: www.simaiss.it




Antiossidanti: Latte sotto accusa - vedi: Latte e Calcio ?

Sembra che il latte, se associato ad alimenti con alto potere antiossidante, ne inibisca completamente le proprietà protettive e preventive.E' quanto emerge da una sperimentazione condotta in vivo da ricercatori dell'INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione).
Inutile quindi prendere tè verde e nero con latte oppure yogurt alla frutta di bosco ? Pare proprio di sì. Ad azzerare il potere antiossidante dei nutrienti, sarebbe il tipo di proteine contenute nel latte.
"Quando parliamo con la gente di potere antiossidante - spiega Mauro Serafini, il ricercatore che ha guidato la sperimentazione - dobbiamo essere chiari: purtroppo, oggi i messaggi non sempre sono completi. Il potere antiossidante di un prodotto alimentare, come dimostrano recentissimi studi, da solo, ha un valore assolutamente relativo." Tra poco Serafini vuole avviare col suo gruppo un nuovo studio sull'interazione tra la comune bistecca (altamente proteica) e l'insalata verde (antiossidante).


By: [email protected]
Fonte: protonutrizione.blogosfere.it





Confronto tra latte animale e umano


In natura, il Latte (prodotto di secrezione delle ghiandole mammarie dei Mammiferi dopo il parto) è l'alimento previsto per la crescita dei cuccioli dei Mammiferi, ed il Latte di ogni specie va ad esclusivo beneficio di quella specie; questo è evidente dalla diversa composizione dei vari tipi di Latte, come vedremo in seguito.

Sebbene nei Mammiferi l'allattamento dei cuccioli sia la manifestazione di un legame madre-figlio che va ben oltre il semplice aspetto fisiologico di nutrimento, in questa sede parleremo del Latte solamente per quanto concerne le sue proprietà nutrizionali.

Il Latte di tutti i Mammiferi contiene, disciolti in Acqua, Zuccheri (Lattosio), Proteine, Grassi, Vitamine ed Enzimi, oltre agli Anticorpi propri della specie di appartenenza, ma la composizione del Latte differisce tra le varie specie di Mammiferi, come evidenziato dalla Tabella.

Queste differenze di composizione sono veramente enormi. Si va dal Latte di focena che contiene solo il 40% di Acqua, al Latte di cavalla che ne contiene il 90%.
Mentre il Latte di cavalla ha soltanto l'1.5 % di Grassi, il Latte di focena ne contiene il 46 %. La cavalla produce un Latte più ricco di Lattosio di quello dei cetacei, mentre il Latte di coniglio è il più ricco di tutti in Proteine e Sali Minerali, e così via.

Qual è la logica che sottende a queste differenze? Le più recenti Ricerche trovano una giustificazione nel rapporto madre-figlio, inquadrandolo in un grande schema nel quale possono venir distinti due gruppi di Mammiferi.

A un estremo si collocano i Primati, nei quali il neonato è completamente dipendente dalla madre ed in continuo contatto. Il Latte di queste specie è relativamente acquoso e scarso di Grasso e di Proteine, ed il cucciolo, sempre attaccato alla madre, poppa molto frequentemente, ingerendo ogni volta piccole quantità di Latte. Avendo una alimentazione continua, il piccolo non ha bisogno di riserve.

All'estremo opposto vi sono tutti gli altri Mammiferi che dopo il parto nascondono i neonati in nidi o tane e che passano gran parte del tempo a procurarsi il cibo, rientrando soltanto ad intervalli. In questa situazione l'allattamento è intermittente e quindi il neonato ha bisogno di un Latte molto sostanzioso (poco acquoso) e da digerire lentamente (molto grasso); inoltre in queste specie il piccolo poppa in modo rapido e si sazia in pochi minuti. Anche i cuccioli dei Mammiferi marini necessitano di un Latte con queste caratteristiche, a causa dell'ambiente freddo, dei contatti tra madre e figlio che non sono sempre facili, e della necessità di poppare in modo rapido (perchè sott'acqua, in apnea).




COMPOSIZIONE DEL LATTE DI DIVERSI MAMMIFERI (per 100 gr.)

Latte


Proteine grammi


Lattosio grammi


Grasso grammi


Acqua grammi



Donna 0,9 7,2 3,5 88
Cavalla 2,2 5,9 1,5 90
Asina 1,5 6,2 1,5 90
Mucca 3,6 4,9 3,5 87
Capra 4 4,5 4,3 86
Pecora 6 4,5 7,5 81
Bufala 4,8 4,7 7,5 82
Scrofa 6 5,4 6 82
Gatta 9 5 5 80
Cane 10 3 10 75
Ratto 8 2,6 10,3 79
Coniglio 13,5 1,8 12 70
Focena 12 1,3 46 40
Balena 10 0,8 35 54




Il Latte specie-specifico contiene non solo tutti i Nutrienti nelle proporzioni ottimali per la crescita, ma anche sostanze Enzimatiche ed Anticorpi che hanno la funzione di aumentare le difese immunitarie in un periodo della vita in cui un'infezione potrebbe avere conseguenze gravissime.

Dopo lo svezzamento, però, nessun Mammifero continua a bere Latte, che non è cibo adatto ai bambini ed agli adulti; neppure quello della propria specie, perchè le esigenze nutrizionali dell'adulto sono differenti da quelle del lattante. Il piccolo Mammifero diviene in grado di vivere cibandosi degli alimenti per cui la specie è biologicamente adatta. Inoltre, nessun Mammifero tranne l'Uomo consuma, in nessuna epoca della vita, il Latte di un'altra specie.

Nel caso dell'uomo, invece, il consumo di Latte di altre specie, di mucca in particolare, sin dai primissimi anni di vita è considerato fisiologico e raccomandabile, nonostante il Latte vaccino - previsto per la crescita del vitello - sia molto diverso per composizione rispetto al Latte di donna perché:

* contiene troppe Proteine: 36 gr/litro contro 9 gr/litro, - quattro volte di più;
* contiene Proteine molto diverse: rapporto Caseina/Lattoproteine 4.5:1 contro 0.4:1
* contiene poco Lattosio: 49 gr/litro contro 70 gr/litro;
* presenta un rapporto Grassi Saturi/Insaturi svantaggioso;
* contiene una percentuale di Calcio troppo elevata: 1170 mg/litro contro 340 mg/litro;
* presenta un rapporto Calcio/Fosforo svantaggioso: 1.3:1 (Latte vaccino) contro 2.4:1 (Latte umano);
* contiene troppi Sali Minerali: 7 gr/litro contro 2 gr/litro.



Dunque, ad ogni Mammifero il proprio Latte, ed a questa regola deve adeguarsi anche l'Uomo.


Tratto da:
Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, Proprietà e specificità nutrizionali del latte - www.scienzavegetariana.it






Le innumerevoli disgrazie del latte bovino, e di ogni tipo di latte animale (per i bimbi già svezzati)

Il Latte di mucca che le combina davvero grosse:


1) Acidifica il sangue umano che è leggermente alcalino.
2) Provoca intenso prelevamento di osseina (cioè di calcio buono e pronto per l’uso urgente comandato dal sistema immunitario come tampone anti-acidificante), e questo porta alla osteoporosi, come provato dalle statistiche mondiali che trovano ai primi posti per l’osteoporosi i paesi grandi consumatori di latte, latticini, gelati al latte, yogurt, cioccolate al latte, formaggi.
3) Provoca calcificazioni errate e calcoli, perché il calcio del latte, inorganico, giustamente bollito o pastorizzato, non viene metabolizzato ma va a depositarsi nei punti sbagliati.
4) La sua caseina collosa stende un velo micidiale sui villi intestinali, impedendo e contrastando il prezioso compito assorbitivo dei medesimi.
5) Il latte bovino, usato come cibo umano, è il cibo più allergenico del pianeta. Contiene 100 diverse sostanze che causano facilmente allergia (NdR: specie se il soggetto e' stato Vaccinato). Le conseguenze più note sono la sinusite, l’asma, i disturbi intestinali.
6) Il latte bovino è difficile da digerire ed assimilare. Gli adulti, privi come sono dell’enzima lactasi per demolire il lattosio (zucchero del latte) si ritrovano con gas intestinali, dilatazioni, crampi, costipazioni, estrema debolezza giunti e ginocchia.
7) La caseina, principale proteina del latte, è indigesta ed aterogenica (aterosclerosi), mentre la lattoglobulina non viene demolita dal riscaldamento e nemmeno dagli enzimi, per cui provoca la peggiore delle evenienze gastro-enteriche, ovvero la micidiale putrefazione intestinale, con miasmi e sostanze che mandano in putro-fermentazione ogni frutto mangiato a stomaco-intestino non vuoti e non puliti.
8) Il latte bovino contiene l’ormone pro-lattina. Noto stimolatore di crescite tumorali al seno ed alla vagina per le donne, nonché all’apparato emuntore ed urinario di entrambi i sessi.
9) Il latte è cibo fortemente anemizzante, essendo deficiente in ferro.
10) I formaggi poi, specie quelli più vecchi, per quanto buoni al palato, contengono 10 volte più grasso e proteine del latte intero con tutte le nefaste conseguenze.
11) I latticini, e i formaggi vecchi in particolare, sono la massima fonte di crisi ossidative nel corpo umano, con sviluppo intenso di radicali liberi.
12) Tutti i tipi di latte non umano fanno ugualmente male all’uomo e fanno pure male a qualunque creatura mammifera già svezzata.



By Valdo Vaccaro - Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista) - Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)





I DANNI CAUSATI dalla CASEINA del LATTE VACCINO


La caseina rappresenta l'ottanta per cento delle proteine del latte di mucca. Sostanza collosa, la caseina è ciò che mantiene l'etichetta affissa ad una bottiglia di birra. Se siete bevitori di birra, provate a togliere via l'etichetta questo fine settimana al pub. Non sarà un compito facile e nel contempo imparerete qualcosa sulla qualità della caseina bovina!
La caseina è anche usata per attaccare pezzi di legno dei vostri mobili o finestre. L'industria alimentare, che usa la caseina nei cibi congelati, prodotti per microonde e prodotti elaborati, ha capito da tempo che questa colla mantiene insieme gli alimenti, dando loro una consistenza più stabile e concreta.

Il latte materno umano contiene caseina? 40 milligrammi in un litro. Cioè in un litro di latte umano c'è 1 grammo di proteine, e di queste il 4% è caseina. Il latte bovino contiene il 400% in più di proteine rispetto a quello umano, e la caseina in questo caso è la proteina più abbondante (l'80%).
Dunque il latte materno umano non è la stessa cosa di quello bovino. Non solo ha una quantità di proteine molto inferiore a quello di mucca (vedi a pag. xx), ma ha proteine completamente diverse da quelle bovine. In effetti, mentre il latte umano forma nell'intestino piccole masse soffici e fioccose che risultano di facile digestione, il latte bovino forma cagli grossi, grandi e spessi che l'organismo ha difficoltà a digerire.
È questo uno dei motivi per cui Antony Robbins scrive: "Per ottenere il meglio di sè non mangiare latticini". Egli spiega: "Qual è l'effetto principale che il latte ha sull'organismo? Il latte ingerito diviene una massa mucillaginosa che si indurisce, aderendo a qualsiasi altra sostanza si trovi nel tenue, rendendo assai più difficile il funzionamento dell'organismo. E il formaggio? Non è che latte concentrato. Tenete presente che per produrre un chilo di formaggio occorrono da 4 a 5 litri di latte.

Il latte produce muco !( sulla dieta del muco di questo argomento ne riparleremo in un px articolo, ma qui di seguito già vi troverete le info salienti! - n.d.A.)

"I residui della decomposizione batterica della caseina producono muco spesso e filamentoso che si attacca alle mucose ostruendone i condotti. Mangiate caseina, in seguito a ciò vengono prodotte istamine, e quindi c'è formazione di muco. Il muco congestiona gli organi interni del corpo. In media la persona che consuma latticini vive con la sua vita con 4-5 litri di muco che intasano i reni, la milza, il pancreas, l'albero tracheale-bronchiale, i polmoni, il timo, etc...
Immaginate di non consumare formaggio o altri derivati del latte per 6 giorni. Un nebbia interna inizierà a sollevarsi dal vostro corpo man mano che il muco se ne va. Ma prendete solo una fetta di pizza al settimo giorno e 12- 15 ore dopo il muco ritornerà ad appesantirvi"

[Cohen R., "Milk, A-Z", Argus Publishing, ISBN: 0-9659196-8-4, 1999.].

Uhlig [1997] monitorò l'attività elettrica cerebrale in bambini con sindrome di deficit attentivo ed iperattività. Egli dimostrò per la prima volta una correlazione tra attività elettrica cerebrale ed assunzione di caseina, la cui sospensione dalla dieta faceva scomparire anche i sintomi mentali e comportamentali. Lucarelli [1995] segnala il ruolo dei peptidi derivanti da caseina nella produzione di effetti tossici sulla neurotrasmissione del sistema nervoso centrale.

Studi su animali di laboratorio hanno dimostrato che, subito dopo aver trattato cavie con elevati livelli di frammenti di caseina (caseomorfina), gli animali diventavano agitati e correvano violentemente, con un battere di denti e una respirazione accelerata. Qualche momento dopo la cavia diventava inattiva, si muoveva di meno, e infine si sedeva in un angolo della gabbia ponendo la propria testa contro le sbarre. I ricercatori, che successivamente andavano a esaminare i tessuti di cervello, scoprivano che la caseomorfina si trovava in 32 diverse aree del cervello, incluse le sezioni responsabili per la vista, l'udito e la comunicazione

[Panksepp 1979, Sandyk 1986, Sahley & Gillman 1986, Ozonoff, 1994].

Montinari [2002], descrive gli effetti e le interferenze della caseina in maniera ancora più precisa e dettagliata, e li inserisce nel contesto di un "network citochinico neuron-glio- linfocitario". Con questa espressione il prof. Montinari intende dire che l'azione diretta del frammento caseomorfina (e altri rimasugli mal smantellati di proteine del latte) è stata ben documentata sia sul sistema endocrino, sia sul sistema nervoso, sia in casi di ìmmunosoppressione. Rimando il lettore al testo del professore di Bari per la trattazione scientifica completa (che cade al di fuori dei tempi e spazi di questo libro). In sommario, la caseomorfina e il consumo di latticini provocano interferenze multiple, una tempesta di "contatti" che smette solo con la sospensione del latte.

Molti ricercatori cercano farmaci efficaci per guarire la permeabilità intestinale. Per sperimentarne, questi ricercatori hanno bisogno di avere animali di laboratorio con permeabilità intestinale; come fanno per produrne? Essi usano una prolungata alimentazione con latte di mucca per creare cavie con standardizzata permeabilità intestinale!!

[Theodorou 1994].

I quattro stomaci dei vitelli sono molto più adatti dell'organismo umano a smantellare la caseina e le proteine bovine in amminoacidi. L'apparato digestivo umano non riesce a fare lo stesso e ciò si traduce nella formazione di ingombranti prodotti di scarto. È come se ad un motore venisse fornito il carburante sbagliato: in tal caso il motore, in alcune sue parti, si deteriora. Questa è la stessa cosa che la letteratura medica documenta come conseguenza dell'impossibilità di smantellare la caseina: un deterioramento a carico della mucosa intestinale.

Gli studi che dimostrano che l'ingestione di latticini provocano un aumento della permeabilità intestinale.

La capacità di creare un ambiente digestivo efficiente diminuisce con l'età: parliamo del fatto che l'acido cloridrico necessario alla digestione, oltre i 60 anni, viene prodotto nello stomaco solo per il 20%; parliamo della rennina, enzima necessario per smantellare la caseina, che scompare dall'organismo dell'adulto per una programmazione genetica simile a quella della lattasi negli intolleranti al lattosio; infine parliamo degli enzimi pancreatici della digestione e degli ormoni della digestione, anch'essi possono subire un ridimensionamento. E quando tutto ciò avviene, la priorità è certamente evitare la caseina, una proteina molto più difficile da gestire e smantellare di qualunque altra sostanza che troviate come cibo.

Ricapitolando, non solo noi non abbiamo il motore adatto come la mucca e i suoi 4 stomaci, ma deviazioni dal funzionamento metabolico ideale avvengono nel corso della vita ed alcuni di noi diventano più intolleranti di altri.




AUTOIMMUNITÀ


In una situazione di permeabilità intestinale (infiammazione della mucosa) si raggiunge quello stadio dove ciò che è nell'intestino, infezioni, lieviti, tossine batteriche, sostanze tossiche, raggiunge anche il sangue e
quindi il cervello e tutte le cellule. È stato dimostrato dalla recente letteratura medica che questa situazione di alterata permeabilità intestinale è una tappa obbligata verso le patologie autoimmuni, e dunque, volendole evitare o guarire, bisogna sospendere il consumo di prodotti caseari.

Una barriera intestinale sana costituisce una barriera invalicabile per ciò che staziona o transita nell'intestino. In una situazione normale, gli elementi vitali, opportunamente smantellati nel tratto gastrointestinale vengono assorbiti e portati nel sangue a partire dai villi intestinali.
Macromolecole o altro passano attraverso la mucosa sana solo in misura di uno su un milione, come saggio per il sistema immunitario (meccanismo pinocitotico).

In individui sani, la mucosa processa antigeni modificando la maggior parte delle loro proprietà antigeniche, rendendoli perciò parzialmente inerti all'immunità sistemica [Pong 1990], mentre la presentazione anomala dell'antigene attraverso una barriera epiteliale danneggiata/ permeabile è un evento che avviene prima che un processo autoimmune inizi a svilupparsi.
È noto, in modelli sperimentali di morbo di Chron basati su cavie, che l'antigene deve attraversare una barriera epiteliale danneggiata. Questo può essere ottenuto distruggendo cellule epiteliali "per permettere all'antigene di penetrare il sistema immunitario della mucosa" [Morris 1989]. "In qualsiasi caso in cui si vuole creare autoimmunità in cavie, bisogna causare una permeabilità intestinale alterata" [Fargeas 1995].

A conferma di ciò che abbiamo detto, ricordiamo che uno stato alterato della permeabilità intestinale è una condizione che si presenta puntuale addirittura un mese prima della deficienza pancreatica acuta che precede il diabete. La permeabilità intestinale viene prima, poi viene l'autoimmunità; questo processo è spiegato e documentato in dettaglio nel capitolo 5, alla voce "Patologie autoimmuni". Oltre che il diabete, ciò caratterizza in modo definitivo anche artrite reumatoide, Sjogren, spondilite anchilosante, morbo di Behcet, vasculiti autoimmuni, tiroidite, morbo di Chron, lupus, sclerosi multipla. Questi studi sono riportati nel dettaglio a pag. xx, in "Patologie autoimmuni". Un'ampia letteratura medica mostra che su questo tipo di pazienti viene riscontrata sempre un'alterata permeabilità intestinale, sempre maggiore confrontata con i gruppi di controllo sani.

"Tutti i sub-tipi di condizioni artritiche croniche giovanili che abbiamo studiato hanno rivelato una aumentata permeabilità intestinale. Ciò, nella maggior parte dei casi, non era associato con nessun sintomo gastrointestinale" [Picco 2000].
Tutto ciò è tanto comune: pazienti con artropatie, lupus ed altre condizioni sistemiche ed autoimmuni continuano a consumare derivati del latte, cosa che aumenta la loro permeabilità intestinale, senza apparenti problemi a seguito di tale ingestione.

"I nostri dati finali suggeriscono che fattori esogeni che causino l'infiammazione dell'intestino (specie del tenue) portano a disturbata permeabilità delle pareti dell'intestino e immunosoppressione locale, permettendo agli antigeni di iniziare meccanismi immunologici e reazioni che inducono l'infiammazione del legamento e del tendine. I sintomi a carico del legamento sono l'unica manifestazione clinica di questa condizione di permeabilità intestinale", conclude il ricercatore [Mielants 1988].

Secondo Scarpa [2000], pazienti con psoriasi senza sintomi gastrointestinali possono non mostrare a livello macroscopico una anomala mucosa intestinale, sebbene ognuno di loro mostri alterazioni microscopiche nella biopsia della mucosa stessa.

Un'ultima cosa. Nelle autoimmunità dobbiamo ben guardarci anche dalle infezioni intestinali croniche. Abbiamo visto che i latticini non digeriti irritano costantemente l'intestino.

Il consumo di latte contribuisce ad alterazioni morfologiche nella mucosa intestinale sia in bambini che in adulti [Go 1994], e questi cambiamenti, è stato dimostrato, aumentano la permeabilità intestinale a batteri e virus [Duffy 2000]. E quello dei virus attivi latenti è il fattore più comune, insieme a metalli pesanti e antigeni di origine alimentare, nell'attivazione dell'autoimmunità.

Virus latenti trovano un'accoglienza confortevole in una mucosa permeabile e la loro eventuale attività, con produzione di materiale tossico e passaggio nella cellula, aggiunge danno ad essa.

Go [1994] ricorda che il passaggio batterico è raramente visto in animali allattati al seno, contrariamente ad animali alimentati con formulazioni di latte bovino per neonati. Ciò è dovuto al fatto che le cellule epiteliali delle cavie alimentate con latte bovino, diversamente dalle membrane intestinali di cavie allattate dalla loro madre, entrambe apparentemente normali, erano si sane, ma "vacuolate". I villi intestinali di animali alimentati con formulazioni di latte bovino erano meno densamente compattati rispetto a quelli degli animali allattati dalla loro madre.
L'adesione batterica, la penetrazione e il passaggio attraverso la mucosa erano osservati solo nelle membrane di animali alimentati con formulazioni di latte bovino.

Secondo Cummings [1991], le formulazioni sintetiche di latte bovino portano ad un aumento di ricambio cellulare ("shedding") delle cellule epiteliali. Può essere concluso che uno svezzamento precoce con alimentazione artificiale a base di latte bovino contribuisce ad infezioni nell'infanzia, e a numerose allergie e malattie autoimmuni.
Il consumo di prodotti caseari produce un'alterata permeabilità intestinale anche in adulti.


MALASSORBIMENTO


Le pareti dell'intestino non solo dovrebbero tenere fuori ciò che è dannoso al corpo, queste dovrebbero anche assimilare i micronutrienti che il corpo necessita attraverso una corretta funzione dei villi intestinali. Se l'intestino perde questa capacità, si parla di "malassorbimento". Noi consumiamo latte, che contiene molto calcio, ma poi il processo di assimilazione stesso dei micronutrienti è reso difficile a causa dell'effetto della caseina sui villi e l'istologia della mucosa.

In questi casi si verifica un aumentato assorbimento di ossalato da cibo. Hesse [1995] riporta che più grave è la situazione di permeabilità/ alterazione morfologica, più importante diventa il fattore di rischio nella cristallizzazione dell'ossalato di calcio nei reni. La correlazione tra casi di malassorbimento e insorgenza di calcoli renali è documentata anche da Bohles [1982], Abdullah [1992], Johnes [1987], Bennet [1987].

Del resto, la forma estrema e più grave che può assumere il malassorbimento è la completa atrofia dei villi intestinale, condizione che è associata con una straordinaria moltitudine di possibili sintomi. Una volta eliminato l'agente che scatena l'atrofia dei villi, cioè il latte (o, nella celiachia, il glutine), viene riportata la scomparsa non solo degli anticorpi specifici nel sangue ma, con la normalizzazione della morfologia della mucosa intestinale, si arrestano gli attacchi epilettici, le calcificazioni, le anomalie cardiovascolari, l'anemia, aborti spontanei, ciclo irregolare, scompaiono autoanticorpi relativi a tiroide, pancreas, artriti reumatoidi,
etc.
Per questo motivo anemia, ma anche cattiva assimilazione degli elementi nutritivi e dei minerali, perdita di peso, deficienza nella crescita, feci untuose, perdita di proteine a livello gastrointestinale e emorragie evidenti o più frequentemente nascoste, tutti questi sono ben documentati effetti del consumo di latte di mucca.

Il malassorbimento può essere dimostrato da specifiche prove di funzionalità intestinale, mentre un reperto biochimico alquanto indicativo è "l'aumento notevole dei livelli plasmatici di fosfatasi alcalina, a causa della
presenza del suo isoenzima intestinale" [Montinari 2002].



Fonti bibliografiche...

Latte di mucca e aumento di permeabilità intestinale, una bibliografia


Le 24 pubblicazioni scientifiche cui si fa riferimento sopra, che dimostrano una correlazione tra consumo di latte di mucca e aumento di permeabilità intestinale, vengono elencate a fine libro, vedere nel capitolo 5, "Malattie e latte di mucca, una guida alfabetica A-Z", alla voce "Mucosa intestinale".

Caseomorfina e tempesta immuno- neuro- endocrina, una bibliografia
Le 38 pubblicazioni scientifiche cui si fa riferimento sopra, che dimostrano gli effetti dannosi della caseomorfina derivante da una progressiva incapacità biologica in alcuni organismi, vengono elencate nel capitolo 5, "Malattie e latte di mucca, una guida alfabetica A-Z", alla voce "Disturbi comportamentali dacaseomorfina". Le implicazioni sono, tra le altre cose, per schizofrenia, sindrome di deficit attentivo e iper-attività, autismo).






Consumo di latte e sclerosi multipla, una bibliografia

Malosse, D., Perron, H. and Seigneurin, J.M., 1992,"Correlation between milk and dairy product consumption and multiple sclerosis prevalence, a worldwide study", Neuroepidemiology, v. 11, p. 304-312.
Meyer, M.G., Johnston, A., Coca A.F., 1954, "Is Multiple Sclerosis a manifestation of idioblaptic allergy?", The Psychiatric Quarterly, Jan. p. 1-15.


Soll R.W., 1968, "Delayed hypersensitivity: a possible mechanism in the etiology of multiple sclerosis", in Alter, M. and Kurtzke, J.(eds.). The epidemiology of multiple sclerosis. C.C. Thomas, Springfield, Illinois, p. 110-128.

Swank R.L., Dugan B.B., 1987, "The Multiple Sclerosis dietbook", Doubleday, Garden City, New York.

Yacyshyn B, Meddings J, Sadowski D, Bowen-Yacyshyn MB, "Multiple sclerosis patients have peripheral blood CD45RO+ B cells and increased intestinal permeability", Dig Dis Sci 1996 Dec;41(12):2493-8

Walker WA, "Antigen absorption from the small intestine and gastrointestinal disease", Pediatr Clin North Am 1975 Nov;22(4):731-46

Winer S, Astsaturov I, Cheung RK, Schrade K, Gunaratnam L, Wood DD, Moscarello MA, O'Connor P, McKerlie C, Becker DJ, Dosch HM., "T cells of multiple sclerosis patients target a common environmental peptide that causes encephalitis in mice", J Immunol 2001 Apr 1;166(7):475







LATTE, ALIMENTO KILLER …..anche per la coscienza - By Franco Libero Manco

MOTIVAZIONI ETICO-SALUTISTICO-ANTROPOLOGICHE


Dopo i primi tre ani di vita l’uomo perde gli enzimi (rennina e lattasi) preposti per la digestione del latte. L’uomo è il solo animale che continua a prendere il latte (dopo lo svezzamento) di un animale che egli considera inferiore sotto l’aspetto intellettivo, emotivo e spirituale.
Tra il latte umano e quello vaccino c’è la stessa differenza tra una donna ed una mucca. Il latte della mucca è adatto al vitello che ha una velocità di crescita 3 volte superiore a quella del cucciolo umano ed una necessità proteica quasi 4 volte maggiore.
I reni di un bambino nutrito con latte vaccino arrivano ad essere un terzo più grossi di quelli di un bambino nutrito al latte di donna: l’ipertrofia è determinata dal superlavoro cui sono sottoposti i reni a causa dell’eccesso proteico del latte vaccino che oltre ad oberare i reni ed il fegato, arreca danni all’ipofisi, alla tiroide e al surrene.
Il latte vaccino nei bambini può provocare sanguinamento gastroenterico; è carente di ferro perchè il fosforo e il calcio che contiene interferiscono con l’assorbimento di questo minerale. (Dr.ssa Elena Guarnieri, nutrizionista. “Viversani”, maggio 2009)
Il latte umano oltre ad avere (in assoluto) il più basso valore proteico, è anche il più dolce. Il cervello umano funziona a glucosio.
I glucidi del latte umano, sotto forma di lattosio, sono essenziali per lo sviluppo cerebrale del bambino: sono presenti nel latte umano in misura quasi doppia rispetto al latte vaccino.
Solo il 25-30% del calcio presente nei latticini viene assimilato, il resto viene eliminato con le feci perché i latticini non contengono la vitamina K fondamentale per il corretto assorbimento del calcio. Il latte di vacca, anche se ricco di calcio, quando è nel tubo digestivo umano la maggioranza di esso precipita sotto forma di fosfato di calcio e viene eliminato attraverso le feci. Solo una piccola parte viene assorbita.
Nei formaggi vi è un’alta concentrazione di farmaci, di diserbanti ed additivi. I nitrati (conservanti) si trasformano facilmente in nitrosammine potenzialmente cancerogene. I formaggi stagionati contengono molte proteine, grassi saturi e colesterolo.



EFFETTI

Tre quarti di tutte le allergie e metà dei problemi digestivi del bambino sono causati dal latte vaccino, oltre a casi di asma, di insonnia e di affezioni cutanee.
Il latte produce catarro e muco che si fissa sulle pareti dello stomaco impedendo l’assorbimento delle sostanze alimentari.
La caseina del latte è la base di una delle più potenti colle per il legno usata per la costruzione delle navi.
Il latte vaccino apre la strada a: catarro, febbre da fieno, asma, bronchite, raffreddore, allergie, dissenteria, stitichezza, palpitazioni, malattie cardiache, angina, calcoli renali, artriti, spondiliti, tumori e cancro.
Al latte e alle uova sono da attribuire almeno la metà di tutti i cancri maschili e a più di due terzi dei cancri femminili.
Il fosforo presente nel latte vaccino è circa 6 volte maggiore che nel latte umano, questo blocca l’assorbimento del calcio provocando nel lattante una tendenza alla ipocalcemia. Il fosforo serve all’animale per costruire rapidamente il suo scheletro che gli consente di fuggire anche da cucciolo ad un pericolo improvviso.
Rudolf Steiner sostiene che il bambino nutrito con il latte vaccino presenterà da anziano sclerosi ed invecchiamento precoce.
Nel 1942 un’indagine in Scandinavia sui legami tra latte vaccino e l’insorgenza dell’artrite, durata 30 anni, ha dimostrato che il latte vaccino causa il fattore artritico.
Da un’indagine in alcune zone dell’India dove lo yogurt si consuma abbondantemente, pare che il galattosio sia la causa dell’insorgere della cataratta.
I fermenti dello yogurt utilizzano per il proprio sviluppo la vit. B12 che si forma nell’intestino umano provocandone una diminuzione.
Un quinto dell’umanità vive benissimo senza usare latte vaccino: Cinesi, Giapponesi e Coreani...



Il latte di mucca provoca nel bambino carenza di ferro.

L’uomo del paleolitico non usava latte vaccino ma aveva ossa robustissime con una dieta basata su cereali, verdure e frutta.
Il pediatra prof. Marcello Giovannini ed il nutrizionista Ermanno Lanzola sconsigliano il latte vaccino nei primi 12 mesi di vita del bambino perché:
- ha troppe proteine;
- ha meno lattosio del latte umano;
- ha uno squilibrato rapporto di acidi grassi;
- ha valori squilibrati di calcio e fosforo;
- è privo di fattori di difesa specifici;
Il latte umano ha un elevato contenuto di acido linoleico, precursore delle prostaglandine e leucotrieni antiinfiammatori.
Al contrario, il latte di vacca é una sostanza infiammatoria al 100%.
Il latte vaccino contiene circa 59 tipi di ormoni (pituitari, steroidei, adrenali, sessuali etc.) tra cui il piú importante l’ormone della crescita veloce dei vitelli.
Il latte puó anche essere contaminato da prodotti chimici, ormoni, antibiotici, pesticidi, pus proveniente dalle mastiti, virus, batteri, prioni...viene arricchito con additivi, vitamine e minerali sintetici, semi, piante, frutti, proteine, acidi grassi... In alcuni casi, anche grassi di animali diversi.
Le sostanze tossiche che con piú frequenza si possono trovare in un bicchiere di latte di vacca sono:
- Metalli e plastica;
- Detergenti e disinfettanti;
- Pesticidi e fertilizzanti;
- Micotossine: provenienti dal mangime che si dá alle vacche;
- Antibiotici ed altri farmaci;
- Diossine.



MALATTIE CONNESSE al CONSUMO di LATTE


ANEMIA FERROPENICA; ARTRITE REUMATOIDE e OSTEOARTRITE; ASMA; AUTISMO; CANCRO ALLO STOMACO; CANCRO DELLA MAMMELLA; CANCRO OVARIO; CANCRO del PANCREAS; CANCRO della PROSTATA; CANCRO AL POLMONE; CANCRO al TESTICOLO; CATARATTA; COLITE ULCEROSA; DIABETE MELLITUS TIPO 1; DOLORI ADDOMINALI SENZA INTOLLERANZA al LATTOSIO; MALATTIA di CROHN; MALATTIE CORONARIE; SCLEROSI MULTIPLA; STITICHEZZA; FATICA CRONICA; INCONTINENZA URINARIA; INTOLLERANZA al LATTOSIO; LINFOMI; EMICRANIA; ORECCHIE, NASO, GOLA; REAZIONI ALLERGICHE; EMORRAGIE GASTROINTESTINALI; SINDROME di CATTIVO ASSORBIMENTO; PROBLEMI di SONNO; ULCERA PEPTICA.


IL PROBLEMA del CALCIO

Negli Stati Uniti, il paese maggior consumatore mondiale di latte, c’é un’incidenza maggiore di osteoporosi tra la sua popolazione.
Il Progetto di nutrizione Cornell Oxford-Cina, salute e ambiente, che si iniziò nel 1983 con uno studio delle abitudini quotidiane di 6500 abitanti di 65 province disperse nella Cina rurale, una delle ricerche più rigorose effettuate in materia di salute, si provò che le donne che non bevevano latte di vacca non soffrivano di osteoporosi. Se lasciavano questa dieta e introducevano latte di vacca, i loro livelli di calcio si abbassavano e aumentava l’incidenza di questa patologia.
Le ricerche svolte dal dottor John McDougall (medico nutrizionista del ST. Helena Hospital di Napa California, USA) dimostrarono che le donne dell’etnia Bantú che non bevono latte di vacca pur avendo una media di 10 figli e li allattano per lunghi periodi, non soffrono osteoporosi.
Il lavoro del Dr. William Ellis, ex presidente dell’Accademia Americana di Osteopatia Applicata, stabilì che le persone che bevevano da 3 a 5 bicchieri di latte al giorno presentano i livelli più bassi di calcio nel sangue.
Lo Studio pubblicato dall’American Journal of Clinical Nutrition stabilì che l’eccesso di proteine del latte é uno dei fattori più importanti nello sviluppo dell’osteoporosi. Inoltre si dimostrava che fino all’età di 65 anni le donne che non bevevano latte ed erano vegetariane, avevano solo il 18% di perdita ossea, mentre le onnivore avevano una perdita ossea del 35%.
Studi più recenti mostrano che con un’ingestione di 75 grammi giornalieri di proteine del latte si perde più calcio nell’urina di quello che si assorbe attraverso la dieta.



L’OPINIONE di JEAN SEIGNALET

Il dottor Seignalet-ematologo, immunologo, biologo e cattedratico di Medicina all’Universitá di Montpellier, a proposito del latte riferisce: “Il pericolo della mancanza di calcio é un’illusione. É vero che il latte di vacca é ricco in calcio, però una volta che si trova nel tubo digestivo umano, l’immensa maggioranza di esso precipita sotto forma di fosfato di calcio e viene eliminato attraverso le feci. Solo una piccola parte viene assorbita. Il calcio assimilabile é apportato in quantità più che sufficiente dai vegetali, ortaggi, legumi secchi, verdure, frutta secca e fresca. Eliminare dall’alimentazione il latte animale non provoca carenza di calcio. Al contrario, il regime alimentare che esclude i derivati del latte, blocca 70 volte su 100 l’evoluzione dell’osteoporosi e permette di recuperare parte del terreno perso”.


LA CASEINA del LATTE

Il bambino lattante assimila completamente la caseina del latte materno ma non quella del latte di vacca. La caseina animale in alcune persone aderisce ai follicoli linfatici dell’intestino impedendo l’assorbimento di altri nutrienti. Sbarazzarsi dei suoi residui metabolici causa perdita energetica per l’organismo e può provocare problemi immunologici.


I GRASSI del LATTE

Il latte umano contiene 45 grammi di lipidi per litro, dei quali 55% sono acidi grassi poliinsaturi, e 45% di saturi; ha, soprattutto, un elevato contenuto di acido linoleico, precursore delle prostaglandine e leucotrieni antiinfiammatori. Al contrario, il latte di vacca contiene un 70% di acidi grassi saturi e 30% di poliinsaturi. Inoltre questo 30% di poliinsaturi perde le sue proprietá quando per effetto del calore (tra i 40 º e i 45ºC) si denaturano e non possono essere precursori di sostanze antiinfiammatorie. Per questo il latte trattato per il consumo é una sostanza infiammatoria al 100%.
I bambini che sono soliti bere vari bicchieri di latte al giorno hanno le arterie in peggiori condizioni di quelli che non lo prendono.


LA CARICA ORMONALE

La professoressa jane Plant, autrice del libro “La tua vita nelle tue mani” spiega che l’IGF1 é specialmente attivo durante la pubertà e la gravidanza. Nel caso delle bambine adolescenti quest’ormone stimola la crescita del tessuto della mammella. Durante la gravidanza aumenta i tessuti mammari e i dotti del latte materno per favorire l’allattamento.
Alti livelli di quest’ormone incrementano fino a tre volte il rischio di soffrire di cancro della mammella o di prostata da parte di quelli che consumano molto latte, come la carne delle vacche da latte. Nello stesso modo gli estrogeni che si aggiungono al latte bovino sono altri fattori che stimolano l’effetto nocivo di quest’ormone e che indirettamente favoriscono la comparsa di tumori.



SOSTANZE TOSSICHE nel LATTE.

I macchinari utilizzati negli allevamenti per trasportare e immagazzinare il latte può contaminarlo. Di fatto si é arrivati a trovare in esso ferro, rame, piombo, cadmio, zinco etc... o loro residui.


Detergenti e disinfettanti.

Formiolo, acido borico, acido benzoico, sali alcalini, bicromato di potassio etc...sostanze che si usano nella pulizia e disinfezione del materiale che viene a contatto col latte. Il suo uso viene giustificato dal fatto che l’acqua da sola é incapace di trascinare i resti di materia organica e distruggere i batteri che contaminano le istallazioni e che possono passare al latte.


Pesticidi e fertilizzanti.

Nel mangime che si dà alla vacca si possono trovare composti chimici: acaricidi, nematicidi, fungicidi, rodenticidi, erbicidi, DDT, dieldrin, lindano, metoxicloro, malation, aldrin etc...che possono causare il cancro.


Micotossine.

Provenienti dal mangime che si dà alle vacche, quando é contaminato da muffe, specialmente Aspergyllus flavus.


Antibiotici ed altri farmaci.

Impiegati nel trattamento e prevenzione delle malattie infettive e parassitarie delle vacche: possono passare al latte contaminandolo. La maggioranza delle industrie casearie usano circa 60 tipi di trattamento chimico per trattare i gonfiori del capezzolo dopo ogni minzione e per ridurre la propagazione della mastite nei branchi.


Diossine.

Derivati del cloro sono relazionati col cancro di polmone ed i linfomi. La esposizione alla diossina é stata messa in relazione con il diabete, i problemi di sviluppo del bambino e diversi problemi di squilibrio del sistema immunitario.



MALATTIE CONNESSE al CONSUMO di LATTE

ANEMIA FERROPENICA.


Il Dr. Frank Oski (direttore del dipartimento di Pediatria della scuola di medicina dell’Universitá John Hopkins (USA) asserisce che nel suo paese tra il 15 e il 20% dei bambini minori di due anni soffrono anemia ferropenica e che la metà del resto delle anemie che si producono negli USA sono relazionate con il consumo di latte e suoi derivati a causa delle piccole emorragie gastrointestinali che il latte può provocare.


ARTRITE REUMATOIDE ed OSTEOARTRITE.

Si é constatato che i complessi antigene-anticorpo generati dal latte si depositano a volte nelle articolazioni provocandone infiammazione e tumefazione. Studi realizzati nell’Universitá della Florida (USA) confermano che i sintomi si aggravano in pazienti, che consumano latte, con artrite reumatoide. In un articolo pubblicato nella rivista Scandinavian Journal of Rheumatology, si affermava che in persone affette da questa patologia quando smisero di ingerire latticini e bevvero solo acqua, té verde, frutta e succhi vegetali entro 7 e 10 giorni l’infiammazione e il dolore diminuirono significativamente: quando uno tornava a una dieta latto-ovo-vegetariana i sintomi riapparivano. Un gruppo di ricercatori israeliani dimostrò nel 1985 che il latte può indurre anche l’artrite reumatoide giovanile.


ASMA.

Il latte può stimolare la produzione eccessiva di muco nelle vie respiratorie. L’allergia al latte é causa di asma.
I bambini con eccesso di muco e difficoltà respiratorie ai quali si toglie il latte di vacca migliorano in modo sorprendente.



AUTISMO.

I sintomi neurologici dei pazienti autistici peggiorano quando consumano latte o grano. Si crede che i peptidi del latte possano avere un effetto tossico nel sistema nervoso centrale interferendo con i neurotrasmettitori. Nelle loro ricerche i dottori dell’Universitá di Roma notarono un miglioramento marcato nel comportamento di questi malati dopo aver smesso di ingerire latte per otto settimane. Nel loro sangue c’erano alti livelli di anticorpi contro la caseina, la lattoalbumina e la betalattoglobulina.


CANCRO allo STOMACO.

Ricercatori dell’Istituto Nazionale di Salute Pubblica di Morelos (Messico) trovarono un aumento significativo di rischio di contrarre cancro allo stomaco in pazienti che consumano latticini: in quelli che consumavano anche carne, il rischio triplicava.


CANCRO della MAMMELLA.

Il latte é considerato da molti esperti causa diretta di questo tipo di cancro. Se a questo si aggiunge l’influenza dell’ormone insulinico, le probabilitá di contrarlo aumentano considerevolmente nelle grandi consumatrici di latte.


CANCRO OVARICO.

Il galattosio (uno degli zuccheri del latte) é stato messo in relazione anche con il cancro dell’ovario. Alcuni ricercatori affermano che le donne che bevono più di un bicchiere di latte intero al giorno hanno tre volte più probabilità di contrarre cancro di ovario rispetto a quelle che non ne bevono.


CANCRO del PANCREAS.

Ricercatori dell’ Universitá di Harvard (USA) affermano che esiste una relazione “positiva e forte” tra il cancro del pancreas e il consumo di latte, uova e carne.


CANCRO della PROSTATA.

Secondo il Dr. Chan (epidemiologo dell’Universitá di Harvard) il consumo di molto latte e suoi derivati é associato con un incremento del rischio di cancro di prostata nell’uomo. Ciò può essere dovuto al fatto che l’alto contenuto di calcio nel latte fa diminuire la quantitá di vitamina D del corpo incaricata di proteggere dal cancro di prostata.
Epidemiologi italiani del Aviano Cancer Center calcolarono che se si prendono due o più bicchieri di latte al giorno il livello di rischio di soffrire questo cancro aumenta 5 volte. Un altro studio (realizzato dalla stessa equipe di ricercatori dimostrò che gli uomini che consumano grandi quantità di latte e/o latticini hanno un 70% di rischio in più di contrarre cancro di prostata.
Il consumo di latte scremato é associato con un maggior incremento rispetto a quello intero.


CANCRO al POLMONE.

Ricercatori olandesi nel 1989 hanno concluso che le persone che bevono due o più bicchieri di latte al giorno hanno una probabilità 2 volte maggiore di sviluppare cancro al polmone di quelle che non lo bevono. Le persone che bevono questa stessa quantità di latte scremato sembrano essere più protette. Inoltre si é documentato che esiste una relazione diretta tra l’ormone somatotropina e il cancro al polmone, e tra questo e la diossina che contamina il latte. In un articolo pubblicato nel giornale americano The Washington Post, si affermava che le persone che consumano grandi quantità di grassi (carne e latticini) sono 10 volte più predisposte a contrarre il cancro, specialmente di polmone.


CANCRO al TESTICOLO.

Ricercatori britannici scoprirono che esiste una relazione tra il cancro testicolare e il consumo di latte. Il rischio incontrato fu 7,19 volte maggiore rispetto alla popolazione generale e aumenta di un 1,39 per ogni quarto di litro di latte in più che si consuma.


CATARATTA.


C’é una crescente evidenza della relazione tra il consumo di latte e la cataratta. Secondo diversi studi scientifici le popolazioni umane che consumano grandi quantità di latticini hanno una maggior incidenza di cataratta rispetto a quelli che lo evitano. Questo difetto é stato posto in relazione con il lattosio e il galattosio.


COLITE ULCEROSA.

Anche in questo disturbo è stato associato il consumo di latte.



COLON IRRITABILE.

Ci sono diversi studi che mettono in relazione il consumo di latte con lo sviluppo di questa patologia.


DIABETE MELLITUS TIPO 1.

Diversi studi dimostrano che i lattanti alimentati con latte di vacca presentano un maggior rischio di soffrire di diabete insulino dipendente. Uno studio pubblicato nella Rivista di medicina della Nuova Inghilterra identifica il latte come “elemento responsabile o fattore scatenante in alcune persone geneticamente sensibili”. Eliminare il latte e derivati dalla dieta infantile potrebbe diminuire drasticamente l’incidenza di questo tipo di diabete.


MALATTIA di CROHN.


Il Dottor John Hermon-Taylor, direttore del Dipartimento di Chirurgia della Scuola di Medicina dell’Hospital St. George (Gran Bretagna) afferma: “Dopo aver studiato la malattia di Crohn per 20 anni, la Paratubercolosi é indubbiamente associata a questa patologia e che questo microorganismo si trasmette fondamentalmente attraverso il latte perché la pastorizzazione non lo distrugge”. In uno studio realizzato tra il 1990 e il 1994 sui contenitori per il latte si trovò che il 7% di essi erano contaminati con la Paratubercolosi.


MALATTIE CORONARICHE.

Numerosi ricercatori relazionano alcuni componenti del latte (il colesterolo, i grassi, il suo alto contenuto in calcio, la presenza di xantina ossidasi, etc.) con questo tipo di problemi. L’enzima bovino xantina-ossidasi causa problemi quando il latte é omogeneizzato: il suo danno si centra nei vasi sanguigni. Sembra che questo enzima attraverserebbe intatto le pareti intestinali facendosi trasportare dal sangue e distruggerebbe il masmogeno, uno dei componenti della membrana delle cellule che formano il tessuto cardiaco. Uno di questi ricercatori é il dottor Kurt Oster, capo di servizio di cardiologia dell’ospedale Park City a Bridgeport (USA), durante un periodo di quasi 4 anni studiò 75 pazienti che soffrivano di angina pectoris e arteriosclerosi.
Quando si eliminò il latte dalla loro dieta e gli si dette acido folico e vitamina C (entrambe combattono la xantina-ossidasi) il dolore diminuì. Il dottor Kurt Esselbacher ( dell’Universitá di Harvard) afferma che: “Il latte omogeneizzato, dovuto al contenuto di xantina-ossidasi, é uno delle cause maggiori di malattie coronarie negli Stati Uniti”.
Studi realizzati in Russia secondo i quali chi beve tre o più bicchieri di latte al giorno ha 1,7 volte più probabilità di soffrire malattie ischemiche cardiache di chi non ne consuma. Il consumo abituale di latticini aumenta il colesterolo cattivo (LDL). Anche il consumo di proteine lattee sembra avere una relazione diretta con la mortalità coronaria. Inoltre le proteine del latte contribuiscono alla formazione di omocisteina: la connessione tra il latte, il lattosio, il calcio e l’omocisteina potrebbe essere responsabile della calcificazione delle arterie.


SCLEROSI MULTIPLA.

Scienziati dell’Università di Michigan (USA) hanno potuto stabilire una relazione tra la sclerosi multipla e un eccessivo consumo di latte.


STITICHEZZA.

Il latte é causa accertata di stitichezza in bambini ed anziani. La sua eliminazione dalla dieta e un maggior consumo di verdure e fibra di solito risolve questo problema. Allo stesso modo, tanto la stitichezza cronica come le lesioni perianali sono state associate ad una chiara intolleranza al latte di vacca.


FATICA CRONICA.

Secondo uno studio realizzato con bambini a Rochester (New York) nel 1991, bere latte aumenta 44,3 volte il rischio di soffrire questa malattia.


INCONTINENZA URINARIA.

Molti bambini che bagnano le lenzuola smettono di farlo quando eliminano dalla loro dieta il latte, i prodotti che lo contengono ed i loro derivati.



INTOLLERANZA al LATTOSIO.

Il lattosio, zucchero del latte, per essere utilizzato dal nostro organismo deve essere previamente idrolizzato per mezzo di un’enzima chiamato lactasi, che sparisce lentamente quando cominciano a crescere i denti. Nella razza bianca la lactasi resta per più tempo che nella razza negra. Nella maggior parte delle persone che non producono lactasi, o lo producono a livelli molto bassi, il lattosio non idrolizzato passa all’intestino dove viene attaccato dai batteri generando fermentazione, meteorismo, coliche, diarrea, etc. oltre che irritazione delle pareti intestinali, micro-ferite con perdite di sangue che possono provocare carenza di ferro. Inoltre il lattosio può favorire l’assimilazione dei metalli pesanti come il cadmio, il mercurio e il ferro ed altre sostanze tossiche.


LINFOMI.

In uno studio realizzato nell’Università di Bergen (Norvegia) durante un anno e mezzo con quasi 16.000 pazienti si osservò che le persone che consumano due bicchieri di latte al giorno presentano un rischio 3,4 volte maggiore di soffrire di linfoma rispetto a quelli che ne bevevano di meno. Pare che il latte di vacca possa trasmettere il virus della leucemia bovina. Questo stesso studio trovò un’associazione, anche se debole, tra il consumo di latte e il cancro ai reni ed agli organi riproduttivi femminili.
Un altro meccanismo attraverso il quale si può contrarre linfoma é il latte contaminato con diossina.



EMICRANIA.



ORECCHIE, NASO, GOLA.


Nel 1994 la rivista Natural Health pubblicava una serie di scoperte che relazionano al latte l’aumento di infezioni di orecchie e gola. Gli studi dimostrano che le tonsille e le adenoidi si riducono quando si limita il consumo di latte.


REAZIONI ALLERGICHE.

L’allergia alle proteine del latte di vacca é una reazione dei meccanismi immunologici a una o piú proteine del latte (caseina, alfa lattoalbumina, betalattoglobulina). Attualmente molti studi medici riconoscono la relazione tra il latte e le reazioni allergiche stabilendone la prevalenza tra un 2 e un 5% della popolazione mondiale.


EMORRAGIE GASTROINTESTINALI.

Dovute all’intolleranza alle proteine del latte di vacca nei bambini sono state adeguatamente documentate. Il sanguinamento é cosí serio che si colloca come una delle cause più comuni di anemia nei bambini.


SINDROME di CATTIVO ASSORBIMENTO.

Ricercatori dell’Universitá di Helsinki (Finlandia) hanno provato la relazione tra le proteine del latte e il danno alla mucosa intestinale. Questo danno é caratterizzato da diarrea cronica, vomito e crescita ritardata.


PROBLEMI di SONNO.

Studi realizzati nell’Università Free di Bruxelles tra gli anni1986 e 1988 confermarono la relazione tra il consumo di latte ed i problemi di sonno nei bambini. Tutti i sintomi miglioravano quando si escludeva il latte dalla dieta e peggioravano quando lo si riintroduceva. Il tempo medio per notare un miglioramento era di 5 settimane. Anche l’agitazione che manifestavano i bambini diminuiva.


ULCERA PEPTICA.

Il latte e derivati aggravano tutti i sintomi. Il sollievo temporaneo che in passato sentivano questi pazienti era dovuto semplicemente al fatto che normalmente il latte lo si beveva freddo ed era la temperatura del liquido che faceva migliorare temporaneamente la situazione.



ALTRE REAZIONI PROVOCATE dal LATTE.

Acidosi lattea associata all’allergia al latte di vacca; difficoltà di apprendimento in bambini e, alcuni casi, infertilità femminile. Le madri che bevono latte di vacca durante il periodo dell’allattamento espongono i loro figli ai rischi associati a quest’alimento.


L’omogeneizzazione.


Un processo meccanico mediante il quale si riduce la misura delle particelle di grasso del latte evitando che la crema si concentri nella superficie. Si spara un getto di latte a pressione contro una placca di acciaio ad una temperatura tra 50 e 60ºC: si ottiene un latte più bianco che si mantiene liquido nel contenitore ma si rompono anche gran parte delle strutture lipidiche e proteiche. Secondo alcuni esperti, diminuire di 10 volte la dimensione delle particelle di grasso può far aumentare il rischio di soffrire attacchi al cuore in quelli che ne consumano grandi quantitá, probabilmente a causa dell’enzima bovino xantina-ossidasi che attraversa intatto le pareti intestinali e, utilizzando il sangue come veicolo, distruggerebbe il masmogeno, un componente delle membrane cellulari del tessuto cardiaco.


Pastorizzazione.


Consiste nell’applicazione di alte temperature per un determinato tempo. Con questo metodo si distrugge la maggior parte dei microorganismi che possono alterare il latte, ma non tutte le spore: si ottiene il latte fresco del giorno che si mantiene in condizioni adeguate solo per 2 o 3 giorni. Esistono due tipi di pastorizzazione: quella alta (che dura 15 secondi ad una temperatura di 72ºC) e quella bassa (che dura 30 minuti a 65ºC). Il latte é poi sottoposto ad un raffreddamento rapido, ma se quest’ultimo trattamento non avviene in forma corretta possono germininare le spore che sono sopravvissute al trattamento termico. Inoltre con questo metodo si produce la coagulazione delle proteine e si perde il 5% delle vitamine B1 e B6, il 10% della B12 e il 25% della vitamina C. La pastorizzazione disgrega calcio, magnesio e fosfati indispensabili per la formazione delle ossa, oltre a causare parziale coagulazione delle proteine.


Sterilizzazione.

Un processo che combina alte temperature in un tempo abbastanza lungo: si assicura l’assenza di germi patogeni e tossine ed il prodotto si mantiene in buone condizioni per un tempo più lungo. Con questo processo si perdono però le vitamine B1, B2, B3, B6, B12, A, C, D ed alcuni amminoacidi essenziali.


UHT.

Latte che é stato trattato a temperatura molto alta per un tempo molto corto. Con questo metodo le alterazioni biochimiche a danno delle proteine sono molto importanti.


TIPI di LATTE di vacca.

Latte intero.

Presenta il maggior contenuto di grasso del latte. Il suo apporto calorico e di colesterolo é molto elevato: un bicchiere di latte apporta 7,2 grammi di grasso e 123 calorie: l’impatto di questa sostanza sul sistema cardiovascolare è molto significativo.


Latte scremato.


Ha meno calorie del latte intero. In funzione della quantità di grasso si chiama “scremato” (<0,18%) o “semiscremato” (0,5-2%). Ha un sapore più gradevole ma il suo valore nutritivo è scarso.


Latte condensato.

Latte al quale si toglie circa un 60% del contenuto acquoso e gli si aggiunge un 40% in peso di zucchero per impedire la proliferazione di batteri.


Latte in polvere.


Si ottiene scaldando il latte liquido fino a fargli perdere circa il 60% dell’acqua che contiene. Nel processo si perdono tra un 25 ed un 50% delle vitamine idrosolubili (vitamina C e complesso B).


Formaggi.

Le materie prime utilizzate possono essere molto diverse, come i processi di elaborazione: tutti hanno bisogno della coagulazione della caseina per mezzo del caglio. Il caglio si elabora con mucosa seccata della quarta cavitá stomacale dei ruminanti e, a volte, del maiale. Perciò nutrendosene si ingerisce un derivato animale.


Una storia reale

La storia della professoressa Jane Plant, goechimica e capo scientifico del British Geological Survey è un esempio significativo per molte donne: é sopravvissuta a 5 tumori della mammella e alle pratiche mediche convenzionali per trattare i suoi cancri.
Lo ha fatto, come ella stessa afferma, eliminando tutti i latticini dalla sua dieta.
“Soffrii l’amputazione di una mammella, mi sottomisero a radioterapia e a chemioterapia molto dolorosa. Mi videro specialisti tra i più eminenti del mio paese: dentro di me sentivo che stavo per morire e fui al punto di arrendermi” racconta la professoressa Plant nel suo libro (La tua vita nelle tue mani) e racconta la propria esperienza e come arrivò all’idea che le ha salvato la vita.
“All’origine di un viaggio con mio marito in Cina cominciai a pensare che la mia malattia era inesistente in quel paese. Di fatto solo una tra 10.000 donne muore di cancro al seno in Cina mentre solo nel Regno Unito le cifre officiali parlano di una ogni 12. Allora con mio marito (uno scienziato) cominciammo a studiare il modo di vita e l’alimentazione delle orientali fino a che arrivammo all’idea che mi salvò la vita: le donne cinesi non si ammalano di cancro al seno, né gli uomini sviluppano tumori prostatici perché sono incapaci di tollerare il latte e, pertanto, non lo prendono. I cinesi non utilizzano mai il latte e tanto meno per allattare i loro bambini!
Non è una casualità che piú del 70% della popolazione mondiale sia incapace di digerire il lattosio. Allora decisi di sopprimere completamente l’ingestione di latticini, compresi tutti gli alimenti che contengono un po’ di latte: zuppe, biscotti, dolci, margarine etc... E cosa successe? In solo pochi giorni il tumore cominciò a ridursi. Due settimane dopo il tumore cominciò a prudere.
Dopo diventò più blando e cominciò a diminuire. Sei settimane dopo era sparito. Il mio oncologo del Charing Cross Hospital di Londra non poté reprimere un’esclamazione di meraviglia: “Non lo trovo!”. Indubbiamente non si aspettava che qualcuno con un cancro tanto avanzato (che aveva invaso il mio sistema linfatico) potesse sopravvivere”.
Piú di 60 donne che soffrivano di cancro al seno si misero in contatto con lei per domandarle consiglio. I loro tumori sparirono.
La Plant spiega che la relazione tra i latticini e il cancro al seno é simile a quella che esiste tra il tabacco e il cancro di polmone. Ma non solo questo. Ad esempio nel 1989 il dottor Daniel Cramer (dell’Universitá di Harvard) determinó che questi prodotti sono implicati anche nella comparsa del cancro di ovario. E i dati sul cancro di prostata conducono a conclusioni simili.
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che il numero di uomini che soffre questo cancro in Cina é dello 0,5 per ogni 10.000 persone, mentre nel Regno Unito la cifra é 70 volte maggiore, La chiave sta dunque, senza dubbio, nel consumo di latticini.
Per la professoressa Plant il latte di vacca é un grande alimento... ma solo per il vitello ! Ed afferma che la natura non lo ha destinato ad essere consumato da nessun’altra specie. “Spero che la mia esperienza possa servire a più donne ed uomini che, senza saperlo, possono star male a causa dei latticini che consumano.”



Fonte: centopercentoanimalisti.com



Edited by ~ Cris ~ - 6/4/2011, 00:25
 
Top
alixia 44
CAT_IMG Posted on 5/4/2011, 20:32     +1   -1




fortuna che io x il latte non vado pazza mi capita di berlo 1 volta ogni 6 mesi
 
Top
~ Cris ~
CAT_IMG Posted on 6/4/2011, 23:20     +1   -1




Il fatto è che il latte vaccino è contenuto in molte pietanze.. anche sotto altre forme come burro e derivati... grazie al cielo come dico sempre, la via giusta è la natura, quella nn sbaglia mai, e si arriverà (se nn scoppia tt prima) magari tra mille anni, ma si tornerà alle origini... a qnd l'uomo ancora si nutriva di vegetali, frutta, semi etc... e allora sarà di nuovo il paradiso terrestre.. x l'umanità e x tutte le creature che lo abitano e abiteranno! .. e spro che quel giorno mi diranno che il mio sogno di mille anni prima, si è realizzato... un mondo naturale, senza violenza, solo pace.. x tutti... :*yoyo emozionato-sfondo*:
 
Top
2 replies since 5/4/2011, 20:07   581 views
  Share